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Cronaca

Coronavirus: il Tar riapre sale giochi e scommesse, ma restano spente le slot nei bar

Accolto il ricorso di una società di distribuzione dei giochi: "Grave pregiudizio economico" e invoglierebbe ad andare a giocare in altre regioni vicine

Sale scommesse, slot e bingo aperti, mentre gli apparecchi nei bar devono rimanere spenti. Il Tar dell’Umbria ha dato ragione ai gestori di sale scommesse, slot e bingo, sospendendo l’ordinanza regionale che disponeva la temporanea chiusura delle attività dal 20 ottobre 2020 a causa dell’emergenza Covid.

I giudici amministrativi hanno accolto la richiesta di una società di distribuzione dei giochi rappresentata e difesa dall’avvocato Cino Benelli di Firenze. Fissata, poi, la trattazione collegiale dell’istanza alla camera di consiglio del 17 novembre 2020. Al momento è consentita la riapertura “da subito di tutte le attività di sale scommesse, slot e bingo nel più rigoroso rispetto delle linee guida e del Dpcm, con chiusura quindi alle 21”, precisa l’avvocato Benelli. La sospensione dell’ordinanza vale solo per le sale giochi, scommesse e bingo ma non per gli apparecchi presenti nei bar che dovranno ancora star spenti.

Secondo i giudici la decisione della Regione Umbria provocherebbe “un pregiudizio grave ed irreparabile derivante dalla sospensione delle attività svolgentesi nelle sale giochi, scommesse e bingo”.

“E’ la prima volta – prosegue il legale – che un provvedimento restrittivo di un governatore regionale viene sospeso da un Tar. Da qui è importante sottolineare che la copertura del Dpcm è sufficiente. Il ragionamento va infatti fatto sulla proporzionalità tra salute e interesse economico”.

I giudici hanno accolto la tesi difensiva delle “migrazioni”: “Se costringi in una regione a osservare norme più restrittive – precisa Benelli – incentivi il trasferimento verso altri territori dove non c’è la sospensione. E questo è assolutamente sfavorevole per il contagio”.

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