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Cronaca

Durante il gioco erotico spunta il sex toy, ma lei si oppone: scatta la violenza sessuale

Per i giudici della Corte d'appello “prospettare alla vittima una pratica sessuale con l’impiego di un oggetto sul suo corpo è lungi dal concretizzare un fatto di modesta offensività”

Aveva accettato lo scherzo goliardico e anche di essere ripresa con il cellulare, ma quando è spuntato fuori il sex toys si è opposta.

Per la Corte d’appello di Perugia, quindi, rispondono “del delitto di violenza sessuale nella forma tentata coloro che, passando da un contesto goliardico a un gioco palesemente erotico, mentre riprendevano la scena con un cellulare per diffondere nei giorni successivi le immagini, tolsero i vestiti di dosso a una donna che subì passivamente la condotta, ma reagì sottraendosi all’azione quando si rese conto che gli imputati volevano ottenere da lei assai di più, avendole mostrato un oggetto con il proposito di impiegarlo sul suo corpo”.

Secondo i giudici della Corte “sia il denudare la vittima sia il riprendere la scena risultano strumentali a fini di concupiscenza ed eccitazione, attuale o differita, e, sotto il profilo psicologico, concorrere a sfilare i vestiti di dosso a una donna e l’immortalare le relative immagini dimostra” sulla base dei fatti “la condivisione del proposito avuto di mira dal soggetto promotore dell’iniziativa”.

Negate anche le attenuanti “poiché, a tal fine, deve tenersi conto non dell’azione effettivamente compiuta dall’agente, ma di quella che lo stesso aveva intenzione di porre in essere e che non è stata realizzata per cause indipendenti” dalla volontà dei partecipanti e perché “prospettare alla vittima una pratica sessuale con l’impiego di un oggetto sul suo corpo è lungi dal concretizzare un fatto di modesta offensività”.

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