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Cronaca

Gli umbri sono giocatori patologici: 10mila sono a rischio, 300 in cura e sempre più donne si 'ammalano' di gioco

Presentati i dati sul gioco d'azzardo in Umbria e le strategie messe in campo dalla Regione. Campagna "No slot", numero per chiedere aiuto e aumento dell'Irap ai locali che detengono macchinette

La piaga del gioco d’azzardo preoccupa anche l’Umbria e coinvolge circa 10mila cittadini. Nel 2017 sono stati presi in carico presso i servizi regionali più di 300 umbri dipendenti da gioco d’azzardo. Se prendiamo in considerazione la popolazione a rischio secondo gli indicatori di prevalenza di gioco, in Umbria sono in trattamento circa 32 cittadini per 1000 a rischio.

La classe di età che si rivolge di più ai servizi è quella dai 45 anni in su (58%). Gli utenti sono prevalentemente maschi (76%), ma la quota femminile è in costante crescita negli anni. In Umbria nel 2016 sono stati investiti nei giochi d’azzardo autorizzati dai Monopoli, 1.099 milioni di euro (raccolta lorda); la spesa (raccolta meno vincite) è di 267 milioni, ovvero 300 euro pro capite, corrispondente alla media nazionale. Se ordiniamo le regioni italiane secondo il volume di spesa pro-capite, l’Umbria si classifica al 10mo posto. In Umbria i volumi di gioco sulla rete fisica sono cresciuti in un anno del 7% (5% in Italia). Anche considerando la spesa (raccolta meno vincite), la quota maggiore è a carico degli apparecchi elettronici/slot machines (59%).

I dati sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa con i responsabili dei Centri di riferimento per il gioco d’azzardo patologico presenti in Umbria, organizzata dall’Assessorato regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare -  presente l’assessore Luca Barberini - per illustrare il nuovo Rapporto epidemiologico sul gioco d’azzardo in Umbria e le nuove azioni programmate dalla Regione per il contrasto del fenomeno, nonché la terza fase della campagna di sensibilizzazione “Umbria No Slot” e l’iniziativa organizzata nell’ambito del Festival internazionale del giornalismo.

“Quello del gioco d’azzardo patologico non è un problema da banalizzare – spiega l’assessore Barberini – Al contrario, anche in Umbria assume dimensioni preoccupanti e tocca cittadini di varie fasce sociali e con ricadute drammatiche anche in termini di spesa sanitaria. Si stima che gli umbri coinvolti siano intorno a 10 mila, un dato che testimonia come la dipendenza da gioco abbia assunto in pochi anni livelli significativi al pari delle sostanze psicoattive storicamente diffuse nella popolazione, tipo alcol e tabacco. La dipendenza è riscontrata anche tra i minorenni”.

“Questi numeri – ha aggiunto Barberini – hanno fatto sì che la Regione potenziasse l’impegno  per far emergere dalla zona grigia una problematica forte tanto da essere inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza”.

Tra le principali azioni sviluppate a livello regionale è stata ricordata la messa a punto del sistema di cura attraverso l’adozione del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per il disturbo da gioco d’azzardo e l’organizzazione della rete dei servizi dedicati, che comprendono il Centro di riferimento regionale di Foligno e ulteriori 3 servizi specifici collocati rispettivamente nella città di Perugia, nella città di Terni e nel territorio di Città di Castello, nonché l’apertura- ancora in programmazione- di un punto di ascolto a Orvieto.  Dal marzo 2016 è attivo un Numero verde regionale (800.410.902), che fornisce gratuitamente ed in forma anonima informazioni, ascolto e consulenza, dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Inoltre, è partita la Campagna regionale di comunicazione e informazione “Umbria No slot” che ha già concluso  le prime due fasi che, con grande successo, hanno fatto registrare un vero e proprio picco delle chiamate al numero verde, dimostrandone l’efficacia.

  “Parte ora la terza fase della campagna – ha detto l’assessore -  che prevede la diffusione capillare di materiali informativi in tutto il territorio regionale, verso target diversificati. La novità sarà l’adesivo per gli esercizi che acquisiscono il marchio ‘No slot’ che verrà rilasciato dai Comuni, istituito dalla legge regionale. Saranno previste disposizioni mirate a contenere e regolamentare l’offerta e, in particolare, la diffusione degli apparecchi per il gioco e le sale scommesse – ha proseguito Barberini – Per i nuovi locali e per l’installazione di nuovi apparecchi, è stabilita la distanza minima di 500m da scuole, residenze sanitarie e altri luoghi sensibili, è attribuita ai Comuni la possibilità di disporre limitazioni orarie al funzionamento dei locali, è fatto divieto di pubblicità delle sale da gioco e sale scommesse, è applicata una maggiorazione dell’IRAP agli esercizi che detengono tali apparecchi”.  Di converso, è applicata una riduzione dell’IRAP agli esercizi che disinstallano gli apparecchi”.

Giovedì 12 aprile l’Assessorato ha organizzato un grande evento, dedicato al tema del gioco d’azzardo, nell’ambito del Festival internazionale del giornalismo con relatori di grande rilievo tra cui Don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele, da sempre impegnato sul tema delle dipendenze. 

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