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Cronaca Sant'Andrea delle Fratte

Salute, dopo la Kleybanova un altro sportivo sconfigge tumore a Perugia

La bella storia di Giacomo Sinitini, ex palleggiatore della Nazionale che è stato curato con successo all'Ospedale di Perugia che lo ha aiutato a vincere la sua partita più importante

L'ex palleggiatore della nazionale, Giacomo Sintini tornerà a giocare a pallavolo dopo avere sconfitto un tumore, al sistema linfatico, curato a Perugia. Lo sportivo è stato ricevuto dall'assessore comunale allo Sport, Ilio Liberati, che gli ha consegnato una targa del Comune "per le qualità dell'atleta e per il valore dell'uomo".

Sinitini, 33 anni, ha scoperto la terribile malattia nel giugno del 2011 e adesso sembra pronto a ricominciare anche la sua vita da atleta dopo che i medici perugini lo hanno aiutato ad uscire dall'incubo: "Ora devo solo sottopormi a controlli periodici, ma so che tornerò a giocare ai massimi livelli, anche se non mi voglio dare una scadenza. Dipenderà da come reagirà il fisico".

Il pallavolista confida di essersi ispirato agli inizi della cura a quei campioni che hanno affrontato la malattia e sono tornati in campo.

"E se oggi posso essere io l'esempio - ha aggiunto - è un mio dovere. Mi sono sottoposto a sette cicli di chemioterapia ed ho conosciuto persone di tutte le età che affrontano il male con grande dignità, aiutando anche gli altri a trovare la forza di combattere. Mi ha aiutato il fisico e soprattutto la fede, in una città come Perugia dove vivo con mia moglie Alessia e mia figlia, che ha quattro anni, e dove ho continue dimostrazioni di affetto dalla comunità".

Sintini è stato curato all'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia dall'equipe del professor Brunangelo Falini e dal dottor Flavio Falcinelli e dalla dottoressa Maria Capponi, nello stesso reparto nel quale è stata curata con successo, per un linfoma, anche la tennista russa Alisa Kleybanova, 22 anni, poi tornata a gareggiare.

"Non potrò mai ringraziarli abbastanza per quanto hanno fatto - ha aggiunto Sintini - e per questo motivo che abbiamo deciso di creare una onlus per aiutare il reparto, per testimoniare il senso di fratellanza che si crea tra chi soffre e chi presta le cure con tanto amore".
 

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