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Cronaca

Gesenu e Mafia, l'azienda prepara ricorso al Tar: l'obiettivo è evitare il commissario

La situazione appare grave, ma è l'amministratore delegato di Gesenu spa sta lavorando in queste ore, insieme ai suoi avvocati, per presentare ricorso al Tar contro l'interdizione dell'azienda

Il provvedimento è serio. Le cause allarmanti. “Sono stati acquisiti congruenti elementi per ritenere sussistente il pericolo di infiltrazione mafiosa in Gesenu spa”. È questo quanto che si legge nel provvedimento a firma del prefetto di Perugia Antonella De Miro. I vertici di Gesenu, insieme ai loro legali, stanno però lavorando in queste ore per presentare un ricorso al Tar dell'Umbria con l'intento di impedire l'interdizione della partecipata del comune di Perugia e il suo successivo commissariamento.

SEQUESTRO DISCARICA PIETRAMELINA 

Ma per comprendere cosa realmente sta accadendo in questi giorni è prima necessario fare chiarezza e un salto nel passato. Tutto parte dagli affari siciliani di Gesenu, terra in cui l'azienda ha stretto società con altre sei imprese del settore rifiuti. Tra queste appare il nome di Simco, consorzio per la gestione dei rifiuti nel catanese, e Oikos spa. Entrambe raggiunte da una interdittiva antimafia. Basta leggere bene gli atti per scoprire che è stato proprio presidente di Oikos spa, Proto Domenico, ad essere stato raggiunto da una misura cautelare emessa il 14 luglio del 2014 dalla Procura di Palermo. “Successivamente dopo i fatti – si legge nel provvedimento emesso dal prefetto di Catania - tale intervento è motivato dalla stringente necessità e urgenza di assicurare la continuità di un servizio pubblico essenziale ed indifferibile qual è quello di igiene urbana e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e scongiurare il grave pericolo di compromissione della salute pubblica e dell’ambiente”.

INTERVENTO SINDACO ANDREA ROMIZI 

La vicenda prosegue ed è, invece, Simco, a presentare ricorso al Tar con l'intento di annullare il provvedimento. Ad “arrestare” il piano dell'azienda sono però ben due sentenza e un provvedimento di conferma dell'interdittiva, datato 3 agosto 2015, con il quale il prefetto catanese conferma tutti i profili di criticità dell'azienda. Ed è a questo punto che si arriva a Gesenu spa. Nelle 51 pagine del provvedimento adottato dal prefetto Antonella De Miro si racchiude il timore che la mano nera della mafia sia riuscita a raggiungere anche la partecipata del Comune di Perugia. Timore che si cela dietro i strani rapporti stretti dal socio privato (Cerrone) in Sicilia. Ad accrescere i timori è anche il legame tra Gesenu spa e la Tirrreno Ambienti, l'azienda al centro dell'operazion “Riciclo” della Guardia di Finanza di Messina, la quale ha smantellato solo lo scorso 8 settembre l'”oscuro” giro d'affari che ruotava intorno alla discarica di una piccola cittadina in provincia di Messina. Ma non finisce qui dato che la Tirreno Ambiente, di cui Gesenu è proprietaria del 10 per cento delle quote, è protagonista anche di un'altra vicenda in Piemonte che vede tra i reati più gravi quelli di peculato, corruzione e abuso d'ufficio.

A destare preoccupazione sarebbe anche quelle 29 assunzioni in “odore di mafia”, ma anche questo sarà tutto da valutare. Fatto sta che l'amministratore delegato di Gesenu, Silvio Gentile, sta preparando il ricorso al Tar in queste ore. Adesso bisognerà vedere se verrà accolto o meno. In caso contrario assisteremo al commissarimento della società partecipata dal Comune di Perugia. Grave fatto mai accaduto prima e che sta creando non poco allarmismo all'interno dell'amministrazione.

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