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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Un gemellaggio salva-vite, accordo tra Perugia e Gran Rapids per la guerra ai tumori infantili

Il legame fra le due città si è concretizzato anche sul piano medico-scientifico. Accordo tra i due ospedali per scambiarsi esperienze e medici per la lotta ai tumori infantili tramite la perfezione del trapianto infantile

Dal gemellaggio nasce anche una importante collaborazione tra gli Ospedale di Perugia e Gran Rapids dello Stato del Michigan, città a soli 50 chilometri dal grande lago omonimo. La firma è avvenuta durante l'incontro, presieduto dal vicesindaco Nilo Arcudi (Relazioni Internazionali,) fra la delegazione americana, il direttore dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Walter Orlandi, medici della Struttura complessa di Ematologia e di Gastroenterologia e il presidente Comitato per la vita Daniele Chianelli. La delegazione americana era guidata dal sindaco Heartwell e dalla Presidente Comitato Gemellaggio Grand Rapids- Perugia, Priscilla Boike. Sono state poste le basi per una stretta collaborazione tra l’Ospedale Santa Maria della Misericordia (Reparti di Oncoematologia Pediatrica ed Ematologia) e l’analogo reparto dell’Ospedale Spectrum Health Center di Grand Rapids, rappresentato dal Dr. Ahmad Samer Al-Homsi.

L'obiettivo è quello di favorire scambi di best practices nell’ambito medico scientifico dell’oncoematologia, in particolare quella pediatrica, e dell’accoglienza presso le strutture perugine di studenti e medici provenienti dallo Spectrum Health Center di Grand Rapids, in considerazione del fatto che il centro specialistico di Perugia ha fama mondiale. “Quella fra Perugia e Grand Rapids - ha spiegato il vice-sindaco Nilo Arcudi - è una relazione solida, fatta di scambi commerciali, culturali, in ambito universitario e da oggi anche scientifico. Ma è soprattutto un gemellaggio che poggia le sue fondamenta sulle relazioni umane”.

Il professor Andrea Velardi è entrato nel merito dell'accordo: “Quello di oggi è stato un confronto utile. A Gran Rapids  hanno maturato una consistente esperienza nel trapianto infantile, ma in quello degli adulti gli investimenti si sono avuti solo negli ultimi anni: ecco perché ci sono possibilità per una crescita reciproca”. Un gemellaggio che può salvare delle vite.

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