rotate-mobile
Cronaca Borgo XX Giugno

Gay Pride a Perugia/2 I proprietari del Nanà: "Ma quale omofobia! C'è stata una incomprensione"

Finiti nel mirino degli attivisti - che hanno dato vita al boicottaggio - per aver respinto una locandina del Village Pride, padre e figlia spiegano la loro versione e dimostrano di essere invece culturalmente e come locale gay-friendly

Fuori i clienti mangiano tranquilli. Sembra che nessuno si curi dei proprietari del ristorante Nanà, finiti in mezzo a una bufera in una città come Perugia che di boicottaggi non ne ha mai visti, o almeno, non ne ha mai visti di questo “genere”. Il tutto ovviamente “condito” dall’hastag #boicottiamonana che suona un po’ come quello di #boicottiamobarilla.

GAY PRIDE - SCATTA IL BOICOTTAGGIO CONTRO NOTO LOCALE
 
La vicenda è simile, se pur diversa, perché in questo caso sembrerebbe trattarsi di una semplice un’incomprensione, almeno a detta dei proprietari che si sono visti etichettare come omofobi e dediti solo al guadagno. Un’etichetta che è divenuta, in tre giorni, un vero e proprio leitmotiv sui social network.
 
I commenti sprezzanti arrivano anche adesso, precisamente alle 13.30, di oggi, 26 giugno. Luciano e Barbara Filipponi, padre e figlia che gestiscono ormai da anni il locale, scorrono la bacheca Facebook. Sobbalzano, si indignano e scuotono la testa. L’odore del buon cibo, perché potranno pure essere omofobi, ma a cucinare sono dei fenomeni, ogni tanto distolgono l’attenzione dal problema principale: cosa è successo martedì?
 
“A mio padre - spiega Barbara - è stata data una locandina e lui, neanche guardandola, ha risposto ‘non aderiamo a certe cose’. Quando a mezzanotte sono tornata a casa ho notato che sotto la locandina in questione che io avevo pubblicato sul profilo Facebook era pieno di commenti poco lusinghieri nei confronti del nostro locale”.
 
I proprietari del Nanà hanno ribadito inoltre che fanno parte di quegli sponsor - paganti - della notte bianca-arcobaleno che coincide con l'inizio dei tre giorni per i diritti civili dei gay. "L'accusa di omofobia nei nostri confronti è infondata se no perchè da noi hanno lavorato e lavorano persone dichiaratamente gay e non hanno mai avuto problemi?".

Vero è che il rifiuto di appendere la locandina c’è stato, ma è altrettanto vero anche è che nel locale non c’è nessuna locandina appesa, se non qualche sporadica manifestazione ogni tanto. I proprietari, presi dallo sconforto, si devono essere convinto ad armarsi di scotch e pazienza, perché adesso l’evento è in bella vista.

Chi conosce Stefano Bucaioni, del circolo Omphalos, sa bene che non è matto, anzi tutt’altro. Intelligente e sempre in prima linea con una determinazione ammirevole, è un uomo che ha portato avanti manifestazioni che sembravano impossibili da realizzare, in una città dal carattere, come dire, un po’ chiuso per certi aspetti. Non è quindi il caso di schierarsi da nessuna parte, consapevoli del fatto che se è nata la diatriba dei problemi ci sono stati.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Gay Pride a Perugia/2 I proprietari del Nanà: "Ma quale omofobia! C'è stata una incomprensione"

PerugiaToday è in caricamento