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Cronaca

Torture e uccisioni di gatti nel garage dell'orrore, condannato a quattro mesi un giovane perugino

In primo grado era stato assolto, sentenza ribaltata in Corte d'appello. Un gatto morto e scuoiato venne trovato appeso al cancello di una scuola nelle vicinanze dell'abitazione del ragazzo

Quattro mesi di reclusione (pena sospesa) per aver ucciso, scuoiato e abbandonato un animale davanti al cancello di una scuola. È questa la pena inflitta ad un giovane, difeso dall’avvocato Franco Libori, dalla Corte dell’appello di Perugia dopo che in primo grado era stato assolto. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Gemma Bracco che rappresentava la Lav costituita parte civile.

Il giudice aveva assolto il giovane per l'insussistenza di un nesso tra i resti organici riconducibili ad animali (perlopiù gatti) ritrovati all'interno del fondo abusivamente occupato (nello stesso condominio dove abitava) e il gatto trovato appeso e scuoiat o.

Per il pm Manuela Comodi, invece, nell’atto di appello sussistevano correlazioni “tra le modalità di uccisione del gatto e gli strumenti di tortura ritrovati nel laboratorio, adatti a provocare la morte e e la scuoiatura così come constatate sul corpo del povero animale” e “la vicinanza tra la scuola e il garage di San Sisto "distanti tra loro solo poche centinaia di metri”.

All’interno del garage del giovane erano stati trovati manufatti in legno adibiti a ghigliottina, altri per immobilizzare gli animali, siringhe intramuscolo e contenitori con materiale organico immerso in un liquido tra cui testa e zampe di gatto. Oltre a coltelli, forbici e quattro maschere in pelle costituite da teste di gatto scuoiate.

I giudici della Corte d'appello hanno ribaltato la sentenza di primo grado, condannando il ragazzo.

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