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Cronaca

"Signor giudice, mi hanno condannato per ricettazione: ma era furto, così prendevo meno"

La Cassazione respinge il ricorso e conferma la pena di primo grado e di appello

“Signor giudice, mi hanno condannato per ricettazione, ma era furto perché così avrei preso meno”.

Un imputato, condannato per ricettazione a 1 anno in primo grado, con sentenza confermata in appello, si è rivolto alla Cassazione contestando “una violazione di legge e una manifesta illogicità della motivazione, in ordine alla mancata derubricazione del delitto di ricettazione in quello di furto” in quanto trovato in possesso della refurtiva “in assenza di elementi probatori univocamente indicativi del suo coinvolgimento nella commissione del furto”.

L’imputato ha contestato questa accusa, sostenendo che si trattava di un furto di lieve entità e che avrebbe avuto diritto a una diversa contestazione del reato e vista “l'eccessività della pena inflitta e al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche”.

La Cassazione ha dato pienamente ragione al giudice di primo grado e di appello e condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di 3mila euro a favore della Cassa delle ammende.

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