Furto in casa di mister Novellino: dopo 12 anni arrivano la condanna e il maxi risarcimento
La razzia era avvenuta il 4 agosto del 2011, l'anno dopo erano scattate le manette. I tre imputati condannati a 3 anni di reclusione
Tre anni di reclusione e una condanna a risarcire l’ammontare del bottino con il quale erano fuggiti dopo il furto a casa dell’allenatore Walter Alfredo Novellino nella sua villa di Perugia mentre lui era, la sera del 4 agosto 2011, impegnato in un torneo allo stadio Renato Curi.
Un furto avvenuto dodici anni fa e che aveva fruttato un bottino da 300mila euro in denaro, gioielli, medaglie sportive, e per il quale erano finite sotto processo cinque persone di etnia rom. Due sono uscite dal processo nel corso degli anni e la condanna riguarda gli ultimi tre imputati: C. C. classe 1977, A. M. classe 1976, A. S. classe 1978, A. M. classe 1982, difesi dagli avvocati Alessandro Ricci e Franco Libori.
Novellino, che all’epoca allenava il Livorno, era impegnato allo stadio Curi per il Memorial Caporali contro Perugia e Gubbio. Era appena stato premiato prima della partita dal presidente biancorosso Damaschi per aver contribuito, l’anno precedente, per costruire il nuovo Perugia che usciva dal fallimento e dalla retrocessione.
I ladri erano entrati nella villa di Lacugnana, attraverso l’effrazione di una finestra protetta da grate blindate e la disattivazione dell’antifurto, approfittando dell’assenza della moglie e delle figlie del mister, avevano avuto tutto il tempo di sradicare la cassaforte a muro e portare via un armadio corazzato del peso di oltre 350 chilogrammi. Il valore dei beni asportati (gioielli, orologi e medaglie sportive in oro) ammontava a 300.000 euro non coperti d’assicurazione.
Le tracce di vernice verde lasciate dalla cassaforte sulla strada e sull’auto dei ladri, rintracciata grazie alla targa parziale fornita da testimoni, avevano portato gli investigatori a identificare una donna residente a Grosseto e che aveva preso a noleggio la vettura. Ulteriori indagini svolte sia in un struttura ricettiva del lago Trasimeno dove gli autori del furto hanno soggiornato nei giorni precedenti fornendo tra l’altro false generalità sia attraverso l’analisi dei tabulati telefonici e dei numeri di cellulare che avevano agganciato le celle telefoniche nella zona del soggiorno e della villa del mister, gli investigatori avevano identificato tutti i componenti della banda trovando le prove dei loro spostamenti e delle loro attività.
Adesso a dodici anni dai fatti arriva la sentenza di condanna. Mister Novellino si è costituito parte civile tramite l’avvocato Michele Bromuri.