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Cronaca

Furti, scippi e rapine, erano l'incubo di Perugia, banda catturata: cinque arresti

Responsabili anche della violenta rapina a Perugia in cui ferirono un anziano, procurandogli lesioni con oltre un mese di prognosi

Rapine, scippi, furti, lesioni e ricettazione. L’indagine, affidata alla Squadra Mobile della Questura di Perugia e partita a fine estate del 2016 ha permesso di sgominare in tempi brevi una banda di criminali, tutti gravati da precedenti di polizia (rissa, estorsione, scippi)  in grado di spaziare dai furti in negozi e appartamenti, fino a violente rapine ai danni di anziani.

Dopo una complessa attività investigativa – come sottolineato in conferenza stampa dal Questore di Perugia, Francesco Messina – si è riusciti a stringere il cerchio intorno alla banda. Sotto la lente della polizia sono finiti 9 indagati (tra cui una donna), tutti rumeni e di etnia rom: due sono stati raggiunti dalla misura custodiale del carcere e tre sono ristretti ai domiciliari. Per gli altri gli agenti sono sulle loro tracce.

Dal furto al cimitero di Foligno a quelli di importanti quantitativi di rame fino a violente rapine e scippi, come quella avvenuta nell’agosto del 2016 a Case Bruciate a Perugia, gli indagati dovranno rispondere – a vario titolo – anche di lesioni. Approfittando dell’età dei malcapitati,  in quel caso picchiarono la coppia di anziani per strappare una collana, fino a procurare alla vittima ferite con oltre un mese di prognosi.

Ma la banda ci riproverà il giorno dopo. Questa volta a Firenze. Siamo a metà agosto del 2016 quando nel mirino dei criminali ci sono ancora ignari anziani in grado di non potersi difendere. Tappano la bocca all’uomo, lo scaraventano a terra e gli strappano dal collo un monile prezioso. A settembre tornano a colpire, in Umbria, nella zona del Trasimeno, mettendo a segno due colpi in abitazioni a Passignano. A novembre furto in un camping, ma lunga è la lista dei reati che hanno commesso a Perugia e provincia.

Le indagini hanno permesso così di evidenziare il ruolo apicale affidato al “capo banda” – ora ristretto in carcere - mentre gli altri, a cui viene contestato il concorso, hanno partecipato a vario titolo ai reati: dalla questione “logistica” degli spostamenti, alla individuazione dei bersagli da colpire. “Una operazione resa possibile anche grazie al ruolo della polizia scientifica – ha sottolineato il Questore di Perugia. Fondamentali sono i sistemi di videosorveglianza per prevenire e incidere pesantemente sul fenomeno dei reati contro il patrimonio. Grazie all’azione repressiva messa in campo – continua il Questore Messina – coadiuvata ad un implemento e rafforzamento dei controlli specifici sul territorio, si è riusciti ad ottenere risultati importanti in termini di sicurezza dei cittadini”.

Dati alla mano: il fenomeno dei furti a Perugia é diminuito del 10 per cento. Quello delle rapine, addirittura del 50 per cento. 

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