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Cronaca Assisi

Furti nelle chiese, nelle ville e nei cimiteri umbri: ecco come è partita la maxi indagine

Una doppia operazione dei carabinieri della Compagnia di Assisi e dei colleghi del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (defluita poi in una unica indagine investigativa), un arresto e ben otto denunce. I dettagli della maxi operazione

Furti nei cimiteri, nelle ville, nelle chiese. Una doppia operazione dei carabinieri della Compagnia di Assisi e dei colleghi del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Perugia (defluita poi in una unica indagine investigativa coordinata dalla procura), un arresto e ben otto denunce. Sono i dettagli della maxi operazione che ha portato al ritrovamento e al sequestro di un vero e proprio tesoro ecclesiastico e non. Si va da oggetti antichi e opere d’arte a sculture in marmi e bronzo dello scultore assisano Rosignoli ad altri dipinti per un valore di oltre 100mila euro e provento di furti avvenuti in chiese, cimiteri, ville e abitazioni nelle zone di Città di Castello, Umbertide, Montone, Resina, Assisi, Magione e Tuoro sul Trasimeno.

E mentre i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale stava indagando sul furto ai danni della chiesa di Montone, individuando il presunto responsabile, i colleghi della Compagnia di Assisi stavano monitorando lo stesso uomo. Un 44enne con precedenti, raggiunto da un ‘ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a settembre.

Colpo grosso dei carabinieri: scoprono ladro e ricettatori e recuperano oltre 100 oggetti rari e preziosi

Già nel maggio del 2017 i carabinieri di Assisi avevano avviato un’indagine volta a risalire a una serie di ricettatori. L’indagine, “Scrambler” dal nome del modello di una delle due moto storiche rubate a Santa Maria degli Angeli, ha riguardato anche la provincia di Arezzo (oltre che Perugia) e ha preso il via dopo che un assisano aveva denunciato di aver subito il furto delle due moto d’epoca, di un triciclo e di una bici dell’800. Nel novembre dello stesso anno i carabinieri sequestrano, in un capannone industriale di Bastia, una delle moto rubate e già pronta per essere reimmatricolata a nome del titolare del capannone. Da lì era subito partita una denuncia per riciclaggio e falso insieme ad una antiquaria di Santa Maria degli Angeli che, qualche mese prima, gliel’aveva venduta per una cifra intorno ai 10.000 euro.

Stringendo il cerchio sull’antiquaria, i militari della Compagnia di Assisi hanno scoperto che poco prima la stessa aveva venduto l’altra moto rubata, ossia una Ducati Scrambler ed entrambe erano state portate al negozio della donna dall’ex marito, 44enne. Avviate le indagini volte a risalire a scoperchiare un vaso di pandora che non si sarebbe certo limitato solo alle due moto, ha permesso di individuare sia la persona a cui era stata venduta, dagli ex coniugi, la Scrambler, ma anche di altri furti riconducibili al 44enne e di ricettazione di numerosi beni ecclesiastici e di importanza storica e archeologica. L’indagine ha poi permesso di ricostruire gli spostamenti dell’uomo – in una intercettazione con la ex moglie, preoccupata per la perquisizione, le disse che “al massimo si sarebbe beccata una denuncia”.

Ricostruita la rete di ricettatori e compiacenti e dei furti, con l’ascolto anche di migliaia di intercettazioni telefoniche, il quadro ipotizzato dagli investigatori ha iniziato a prendere forma  e sono scattate le perquisizioni a carico di ben quattro antiquari della provincia di Perugia ed uno di Arezzo ed al tempo stesso è scattata, nei loro confronti, la denuncia in stato di libertà per ricettazione.

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