Sparatoria, funerali di Andrea Zampi: "Non mi aspettavo tanta gente per mio figlio"

Tanta gente. Molti commossi. Tantissimi presenti per dare un abbraccio ad una famiglia "onesta" che per molti "è stata travolta dalla disperazione di un figlio". I funerali di Andrea Zampi - alla  chiesa di Santa Maria Assunta a Casaglia - non sono andati deserti, non sono stati nascosti al mondo e tantomeno la famiglia ha voluto rinunciare a dare un saluto pubblico e disperato a quel figlio che ha ucciso due donne, Daniela e Margherita, al quarto piano del Broletto, per quella follia che dal 2008 ad oggi gli covava in testa e nel cuore.

Il primo ad essere sorpreso è stato il padre di Andrea. Il capofamiglia che gestiva quella società di Progetto Moda che era diventata una ossessione per il killer alle prese con finanziamenti sospesi per presunte irregolarità rispetto ai bandi pubblici per la formazione professionale. “Vi ringrazio perché siete venuti, non mi sarei mai aspettato tutte queste persone. Comprendo il dolore delle famiglie delle vittime, io e i miei cari partecipiamo al loro dolore, abbiamo tutti perso delle persone importanti".

Un genitore che si rivolge, nel dolore, ad altri genitori in lutto. Zampi legge anche ciò che scriveva il figlio consapevole della sua malattia mentale: "il mio equilibrio è malato" "io devo morire per non soffrire più". E per la prima volta emerge anche l'accusa di una famiglia verso quelle cure "non adeguate" che sembrano aver fatto peggio alla testa del figlio.  “Andrea, te lo prometto, quando sarà tutto finito,  il mondo saprà”. Cosa? Il dramma di un piccolo imprenditore ai tempi della crisi? Le colpe  della burocrazia pubblica? Restano gli interrogativi dopo la frase lasciata a metà. Resta tanto dolore ovunque ti giri in Umbria: da Todi a Trestina fino ad arrivare nella piccola frazione perugina di Casaglia.