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Cronaca

IL BLOG di Franco Parlavecchio. Non dite che è stata una fatalità: sui treni si muore e si sta da bestie... ma non cambia nulla!!!

Un altro incidente, un altro treno che deraglia, un’altra tragedia annunciata. Per favore non mi parlate di casualità, di errore umano, di fatalità. Questa è un’altra sciagura dovuta alla scelta di trascurare la nostra rete ferroviaria, soprattutto quella usata per brevi tratti, di chi sceglie di risparmiare sulla sicurezza, di chi sorvola sulle regole, di chi non garantisce la vita di chi lavora, in questo caso dei pendolari.

Sono loro le vittime di scelte che prediligono gli investimenti su altri mezzi di trasporto o ancora di più sull’alta velocità. Non voglio criticare gli investimenti che da anni si fanno sull’alta velocità, proprio ora che siamo alla vigilia del nostro Frecciarossa umbro, ma non possiamo trascurare tutto il resto. Forse sarebbe bastata una maggiore manutenzione, la normale cura di un tratto che prevede l’investimento di poche ma sicure risorse.

Fatevi un giro nelle piccole stazioni dislocate in tutta l’Umbria; alcune si trovano in stato di abbandono, altre sono luoghi ormai occupati da tutti tranne che dai viaggiatori. Provate a prendere un treno locale verso sera, penserete di aver prenotato il treno solo per voi; potreste passare da uno scompartimento all’altro senza mai incontrare anima viva, il tutto nella completa mancanza di sicurezza.

E così succede che migliaia di pendolari che viaggiano ogni giorno in tutta Italia, per percorrere tratti più o meno lunghi, si ritrovano spesso scomodi, attaccati l’uno all’altro, dentro treni che sembrano degli oggetti di antiquariato: tutto per raggiungere il loro posto di lavoro, arrivando già sfiniti.
Spesso per molti è una scelta obbligata, una scelta di risparmio che dovrebbe essere tutelata ed incoraggiata, considerato anche che usano un mezzo ecologico piuttosto che prendere la propria auto.

In questa campagna elettorale avete sentito di tutto ma nessuno ha parlato della manutenzione della rete ferroviaria, nessuno ha fatto proclami sul nostro tratto di seconda classe; troppo popolare, troppo semplice. Almeno fino ad oggi… E pensare che ogni giorno sono tre milioni le persone che viaggiano in treno, con tariffe sempre più alte. Su queste tragedie che si ripetono troppe volte, l’Italia torna ad essere uguale da Nord a Sud. Ed oggi sono morte tre donne per andare a lavorare, in silenzio, nel loro binario unico, il loro è stato un ultimo viaggio, senza possibilità di scelta, senza mai un colpevole.

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