La perizia psichiatrica sul femminicida Rosi: la depressione, le botte e quell'ossessione per la moglie

Francesco Rosi, l'uomo che ha ucciso a colpi di fucile la moglie Raffaella Presta, si è presentato in aula questa mattina. Volto basso e viso scavato. Durante l'udienza di oggi si è tentato di spiegare le sue condizioni psichiche. In base alla perizia effettuata su l'uomo, l'uxuricida è capace di intendere e di volere, nonché totalmente in grado, proprio per questo, di prendere parte al processo. Ma di quell'uomo che con ferocia ha messo fine barbaramente alla vita di Raffaella, è rimasto ben poco.

In base sempre a quanto riferito in aula dai medici che lo hanno incontrato in tre differenti incontri, Rosi sarebbe afflitto da una grave depressione dovuta proprio a un rapporto quasi di dipendenza con la moglie. L'uomo, secondo gli esperti, era totalmente vincolato alla figura della donna. Un rapporto ai limiti del morboso che ha trascinato Rosi in un vortice senza speranza di uscita, quando un anno prima dalla tragedia, il rapporto è entrato in crisi. Lo stesso assassino ha ammesso due episodi di violenza nei mesi precedenti al dramma. Francesco Rosi avrebbe quindi avuto due liti furenti con la moglie, terminate entrambe con escalation di rabbia sfociate in un vere e proprie aggressione reciproche.

È proprio con i medici che Francesco Rosi ha parlato di quell'anno in cui il rapporto con la moglie è entrato tragicamente in crisi. Tutto è precipitato rapidamente. Le liti continue, le discussioni davanti al figlio. Proprio quel figlio che amava senza remore e che fino all'ultimo istante ha accudito con affetto e amore. Quel figlio che costantemente cerca senza tregua con la speranza, se pur blanda, di poterlo riabbracciare un giorno. Non è stata ancora resa nota le linea difensiva che sceglierà di percorrere il legale di Rosi, l'avvocato Laura Modena. Potrebbe fare richiesta di un rito alternativo, ma questo sarà un passo successivo.