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Cronaca

Perugia: "Venduta la Fontana del Nettuno al Borgo Bello". Lo scherzo scatena l'ira dei residenti

Cittadini infuriati: "Chiamiamo il sindaco, andiamo sotto Palazzo dei Priori", ma è solo una burla

Il Borgo Bello si è svegliato nel pieno di un incubo (o di una burla di cattivo gusto): la fontana del Nettuno è stata venduta.

Il quartiere perugino si è svegliato con tanti manifesti della Fondazione Alfredo Rismini che annunciano lo smontaggio e il trasferimento del manufatto ad Arezzo: “Si avvisano i gentili cittadini che nel giorno sabato 9 ottobre la fontana di Nettuno, sita su viale Indipendenza 10, sarà interessata da opere di cantiere per la rimozione dalla sua attuale posizione. La fontana è stata acquistata dalla Fondazione Alfredo Rismini e verrà pertanto ricollocata nel giardino della sua nuova sede ad Arezzo. Seguirà un intervento di rinnovo per il rifacimento della pavimentazione e degli arredi urbani”.

fontana-4La Fondazione Alfredo Rismini, secondo quanto riportato nel sito web, “nasce ad Arezzo nel 2021, con l’obiettivo di raccogliere e valorizzare opere d’arte storiche per destinarle alla fruizione di esperti ed appassionati, nella convinzione che l’Arte sia un privilegio e un bene da tutelare. La Fondazione colleziona opere di pittura, scultura, fotografia, design e oggettistica, assicurando lo scenario migliore per fruire della loro bellezza e preziosità, nelle sale e negli spazi aperti della Fondazione”.

Per avere ulteriori informazioni bisogna iscriversi al sito, non c’è un indirizzo fisico e non c’è un telefono, fisso o cellulare. C’è, invece, l’indicazione che “la Fondazione Alfredo Rismini aprirà a breve le porte della sua nuova sede ad Arezzo, inaugurando il parco con l’ultima opera acquisita dal Comune di Perugia: la Fontana del Nettuno. A breve su questo sito gli aggiornamenti sul giorno dell’inaugurazione e i dettagli per la partecipazione riservata ai nostri iscritti”.

Ora appare inverosimile, e così è, che il Comune di Perugia, dopo aver sistemato l’area, dedicata all’opera della famiglia Moretti Caselli, possa solo aver pensato di vendere un manufatto che ha girato un po’ tutta la città prima di trovare la sua collocazione definitiva.

“La Fontana di Nettuno, attualmente ubicata nei Giardini Rosa e Cecilia Caselli di viale Indipendenza, fu smontata nel 1854 da piazza Matteotti detta piazza del Sopramuro, per essere ricomposta nel 1887 su progetto dell'ingegnere comunale Filippo Lardoni per i giardini di Sant'Ercolano dove attualmente si trova – recita il testo di presentazione nel sito del Comune - La sua datazione viene fatta risalire al XVII sec. dagli storici locali S. Siepi e L. Bonazzi. La fontana è composta da una vasca ottagonale, al centro si erge una colonna che sostiene una conca da cui esce il busto di Nettuno”.

L'unica cosa certa è che i cittadini si sono svegliati male e arrabbiati. Che si tratti di uno scherzo, come Totò che vende la Fontana di Trevi o Amici miei con l'abbattimento di un paesino per i lavori dell'autostrada, o di una trovata pubblicitaria per annunciare un qualche evento, appare evidente, ma non è bastato ad evitare che i residenti la prendessero molto negativamente. Commentano per strada, minacciano di marciare su Palazzo dei Priori, qualcuno pensa di alzare il telefono e chiamare il sindaco.

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