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Cronaca

Contributi comunitari per il pascolo in altura con il trucco, revocati i finanziamenti europei

Il Tribunale amministrativo regionale dell'Umbria conferma la decisione di annullare le erogazioni: la superficie dichiarata era troppe elevata rispetto alla realtà, proprio per avere più soldi

Dichiara di possedere molti più ettari di terreno, rispetto alla realtà, per ottenere i fondi europei di sosteno all’agricoltura e all’allevamento.

L’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, dopo un controllo dell’allora Corpo forestale dello Stato, aveva sospeso i contributi. Secondo l’informativa della Forestale la titolare dell’allevamento avrebbe fornito “dati e notizie falsi in riferimento a terreni” di pascolo, ricadenti in comuni diversie avendo “riscontrato un’elevata differenza tra superficie dichiarata e superficie determinata”. Gli investigatori avrebbero rilevato “un comportamento truffaldino in quanto risulterebbe sussistente la corrispondenza della fattispecie concreta ai delitti ipotizzati, considerato che le attestazioni contenute nella domanda non rispondono a verità, con conseguente carattere indebito delle erogazioni che ne sono derivate, attraverso l’artificio costituito dalla falsità ideologica della domanda in questione”.

La titolare dell’allevamento si è rivolta al Tribunale amministrativo regionale chiedendo l’annullamento degli atti che hanno portato alla sospensione dell’ergoazione, sostenendo che “l’accertamento condotto dal Nucleo investigativo del Corpo forestale non terrebbe conto dell’incremento dell’estensione (per ulteriori 79,60 ettari a fronte degli originari 160) concessa alla cooperativa”, nonché della “sanatoria rispetto al godimento dei terreni da parte della stessa cooperativa” autorizzata in un secondo momento dalle autorità regionali.

Secondo i giudici amministrativi i “pascoli concessi dall’amministrazione comunale alla cooperativa e da questa assegnati a per complessivi 30,45 ettari eleggibili di pascoli magri”, sulla base delle indagini svolte dalla Forestale “non sono stati pascolati, giungendo così alla conclusione che la dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante attestante il pascolo nell’anno è da ritenersi mendace”.

La cooperativa, inoltre, “avrebbe sub-assegnato porzioni del pascolo per un’estensione complessiva superiore a quella ricevuta” a favore “di sei diverse aziende agricole interessate alla percezione dei contributi comunitari, tra le quali figura la società … per 56,276 ettari”.

Da qui la decisione di rigettare il ricorso, confermando l’indagine della Forestale e al decisione di revocare i contributi.

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