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Cronaca

Si sposa e sparisce: revocato il permesso di soggiorno dopo il finto matrimonio

La decisione del Tribunale di Perugia dopo la verifica dei documenti e della mancata convivenza

Finto matrimonio per ottenere il permesso di soggiorno, ma la fuga pochi giorni dopo le nozze e l’essersi reso irreperibile costano caro allo straniero.

Per i giudici del Tribunale di Perugia, infatti, “il carattere fittizio del matrimonio costituisce presupposto idoneo alla revoca della carta di soggiorno per familiari e cittadini dell’UE rilasciata al ricorrente proprio in qualità di coniuge”.

Il giudice di primo grado, sulla base della documentazione depositata dagli uffici pubblici, ha ritenuto sussistente “la natura fittizia del matrimonio contratto dal ricorrente, il quale a distanza di pochi mesi dall’effettiva convivenza con la moglie e subito dopo il rilascio materiale della carta di soggiorno aveva interrotto ogni rapporto con quest’ultima, trasferendosi in un’altra città e rendendosi, di fatto, irreperibile”.

Proprio su tali presupposti era inevitabile, secondo anche i magistrati di appello, “il rigetto del provvedimento nei confronti del ricorrente poiché basati su un giudizio di probabilità” che quanto accaduto corrispondesse a verità, cioè che il matrimonio fosse fittizio e finalizzato all’ottenimento del permesso di soggiorno. Ipotesi che “in assenza di prova contraria idonea a ribaltare il proprio convincimento” è diventata convincimento.

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