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Cronaca

Finte guardie ambientali, la Procura chiede il processo per 13 persone per truffa, falsità ideologica e usurpazione di funzioni

Secondo l'accusa avrebbero svolti incarichi di polizia giudiziaria in ambito ambientale e venatorio senza avere i requisiti né le autorizzazioni

La Procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio per tredici persone accusate di truffa, usurpazione di funzioni e falsità ideologica. Gli indagati sono appartenenti a un’associazione di volontariato che avrebbero svolti incarichi di polizia giudiziaria in ambito ambientale e venatorio senza avere i requisiti né le autorizzazioni.

Le indagini, condotte dalla Polizia locale di Magione e da personale di vigilanza e ispezione dei Servizio igiene urbana e randagismo dell’Azienda USL Umbria l sono iniziate nel febbraio del 2020 a seguito di un sequestro a uno degli indagati di un tesserino simile a quelli in uso alle forze di polizia.

Secondo la Procura gli indagati, tutti iscritti a un’associazione di volontariato, con sede principale a Monte Santa Maria Tiberina e due sedi operative a Panicale e Passignano sul Trasimeno, riconosciuta a livello regionale anche con incarichi di protezione civile, servizi ambientali assistenza alla popolazione e ausiliari del traffico, si sarebbero qualificati, in maniera illegale, come guardie particolari zoofile e appartenenti di una fantomatica “Sezione speciale di polizia giudiziaria”, usurpando tali funzioni.

Per la Procura gli indagati, a vario titolo, avrebbero svolto controlli di guardia giurata zoofila per “valutare le condizioni igienico sanitarie” di alcuni cani, fissando ulteriori controlli con il proprietario e sottoscrivendo verbali di accertamento di violazioni, con annessa multa.

Un altro proprietario di cane veniva sanzionato perché aveva smarrito l’animale.

In un altro caso “intervenivano durante l’accensione di un fuoco” da parte di una persona “intimandone l’immediato spegnimento” ed elevando una contravvenzione.

Oppure “effettuavano attività di polizia amministrativa per abbandono di rifiuti” identificando e sanzionando una persona.

Contestata anche la truffa, in quanto avrebbero convinto altre persone a iscriversi all’associazione, per 50 euro, facendo credere loro che avrebbero potuto svolgere l’attività di guardia zoofila, quando in realtà è necessaria l’autorizzazione prefettizia. Le persone raggirate venivano dotate di un tesserino con la scritta “AEO Polizia – Sezione speciale polizia giudiziaria comando regione Umbria”.

Quel tesserino è costato ad alcuni degli indagati l’accusa di falso, in quanto “formava e sottoscriveva un documento di identificazione in uso a corpi di polizia” totalmente illecito.

Altra accusa è quella di usurpazione di funzioni pubbliche in quanto veniva consentito ad alcuni appartenenti “di recarsi all’interno dell’abitazione privata di … al fine di eseguire controlli sanitari sul gatto di proprietà della stessa, rappresentandole il rischio di poter essere denunciata per maltrattamento di animali”.

Ugualmente l’accusa riguarda anche “l’attività di polizia amministrativa per il recupero di due gatti selvatici, con trasporto preso un ambulatorio veterinario e sanzione alla persona che teneva i due animali nella sua proprietà e un identico caso con il prelievo di otto gatti, portati presso il centro “Parco dei gatti” di Ponte San Giovanni, tutto senza essere autorizzati dalle autorità sanitarie.

L’usurpazione di funzioni pubbliche riguarda anche l’accesso, con ispezione, presso un negozio di articoli per animali alla periferia di Perugia, con elevazione di sanzioni per violazioni varie.

E ancora controlli sulla tenuta di cani e gatti da parte di privati cittadini, controllati per strada o nelle loro proprietà, con tanto di sanzioni. In un caso toglievano il cane al proprietario e lo portavano in un rifugio autorizzato.

Secondo la Procura avrebbe svolto anche indagini, sentendo proprietario e veterinari, sulla morte di un cane oppure, muniti di lettore ottico, controllavano se gli animali fossero muniti di microchip.

Le accuse mosse dalla Procura riguardano anche le false dichiarazioni all’Afor di aver svolto attività antincendio e di vigilanza ambientale in diverse zone della provincia di Perugia.

Altre falsità sarebbero state compiute nell’attestare interventi per abbandono o recupero di animali, quando in realtà i soggetti indagati non erano neanche presenti.

Illecito anche il sopralluogo in un’azienda per verificare che la copertura del capannone non fosse in amianto.

Illegali anche i posti di blocco effettuati con auto con lampeggianti, personale in divisa e con giubbotto antiproiettile, i sopralluoghi in un’area con rifiuti abbandonati e il verbale redatto dopo l’investimento di un cane.

L’ultima contestazione riguarda l’abuso di funzioni di pubblica sicurezza al concerto di Daniele Silvestri a Norcia il 13 agosto del 2020, con tanto di attività di controllo e poi con la scorta del cantante sul posto e la vigilanza nel backstage.

Negli anni gli appartenenti all’associazione sarebbero riusciti ad accreditarsi, con qualifiche mai conseguite, presso la Regione Umbria come associazione di volontariato e di protezione civile, nonché a stipulare convenzioni con vari Comuni della Provincia di Perugia e dell'Agenzia Forestale Regionale.

Il presidente dell'associazione avrebbe attestato falsamente ad un comune della alta valle del Tevere che l'associazione aveva svolto negli anni passati servizi antincendio boschivo a disposizione dell'Agenzia Forestale Regionale nonché controlli in materia zoofila-ambientale con i volontari della "Sezione Speciale di Polizia Giudiziaria", conseguendo un ingiusto profitto quantificato in oltre 22.385 euro.

I fatti contestati sono avvenuti a Perugia, Magione, Monte Santa Maria Tiberina, Spoleto, Norcia, Corciano, per un totale di 39 episodi che vedono come parte offesa cittadini, Regione Umbria, Prefettura di Perugia e Agenzia forestale.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Pietro Ghinassi, Stefano Tentori Montalto, Francesco Falcinelli, Diego Ruggeri, Giuseppe De Lio, Liana Lucaccioni, Francesca Pasquino e Nadia Antonucci. L’udienza preliminare è stata fissata per il 22 febbraio prossimo.

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