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Storie perugine: l'antica festa del Santo Anello e la benedizione delle fedi nuziali

Si ripete nella cattedrale di San Lorenzo l’antica festa del Santo Anello, felice sintesi del momento storico, della tradizione civile perugina e del versante devozionale

Si ripete in cattedrale di San Lorenzo – il 29 e il 30 agosto – l’antica festa del Santo Anello, felice sintesi del momento storico, della tradizione civile perugina e del versante devozionale.  Il fatto storico chiama in causa la figura del frate Winterio, ladro e malandrino, celebrato dai Perugini come un eroe. Tanto da avergli dedicato un busto, tuttora visibile nel portico di San Lorenzo (foto). Una lapide ne ricorda i “meriti” di lestofante.

Questi i fatti. Il frate minore francescano Winter da Magonza, il 2 luglio 1473, fuggì da un convento di Chiusi  avendo rubato una preziosa reliquia ivi custodita. Si trattava del presunto anello sponsale della vergine. Il reprobo intendeva portare la refurtiva in Germania, ma si perse tra le nebbie della Valdichiana, giungendo per caso alle porte di Perugia. Qui fu ben accetto e donò l’anello al priore Matteo di Francesco Montesperelli, che ne dispose la conservazione nella Cappella dei Decemviri del palazzo comunale.

I canonici della cattedrale, ai quali fu affidato il prezioso simbolo, dopo la donazione al vescovo, si tennero ben stretta la reliquia, e la città giunse perfino a sfiorare la guerra con Chiusi e Siena. I Perugini – abitualmente “tirati” – quella volta non badarono a spese, creando la Cappella dedicata alla Vergine e a San Giuseppe, commissionando al Perugino lo “Sposalizio della Vergine” (in seguito sottratto dalle spoliazioni francesi), l’altare a Benedetto Buglioni, il tabernacolo al Roscetto.

Anche il Pinturicchio vi realizzò un affresco di cui resta un residuo sotto vetro. Bernardino da Feltre, nel 1487, venne a Perugia a predicare la quaresima  e fondò la Compagnia col titolo dell’Anello, della Madonna e di San Giuseppe, suo virgineo sposo. I Perugini aderirono a migliaia alla Confraternita, come risulta dalle matricole (registri d’iscrizione) in Augusta e in cattedrale.

L’anello, in onice verde o calcedonio, è custodito in un reliquiario in rame e argento, compreso in una cassaforte, posta a otto metri di altezza. Il tutto entro un vano, protetto da un’inferriata dorata e coperta da un drappo rosso porpora.

L’apertura della cappella, della cassaforte e del reliquiario richiede l’uso di 14 chiavi, custodite da diversi soggetti: il Capitolo di San Lorenzo (3), i Collegi del Cambio e della Mercanzia (una a testa), l’Archivio del Comune (8), l’arcivescovo (una).

La festa si celebra il 29 e il 30 luglio, con grande coinvolgimento di popolo e autorità. Il Santo Anello viene esposto ogni anno alla devozione dei fedeli anche nella terza domenica di gennaio. Molti pellegrini provengono tradizionalmente dall’Abruzzo, dalla Ciociaria, dal nord Italia, per ottenere dalla vergine la protezione della famiglia e la salvaguardia della vista.

Nei giorni della festa, il Corpo dei vigili urbani effettua dei turni di guardia davanti alla Cappella. Sabato 29, alle 17, si ripeterà il cerimoniale che prevede la discesa, tramite una macchina settecentesca, dell’altare (con la parte bassa a forma di nuvola), in modo da portare a terra il tempietto, poi appoggiato su un palco centrale.

I Perugini si raccolgono in preghiera e portano a benedire le fedi nuziali, come auspicio di un lungo e felice matrimonio. È ancora in voga il consiglio, dato alle coppie in crisi, di recarsi alla festa per ritrovare l’armonia perduta. Anche quest’anno si seguirà il consueto rituale consacrato dalla tradizione.

Storie perugine: l'antica Festa del Santo Anello

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