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Cronaca

Fatture false per non pagare le tasse: condannati due imprenditori, un terzo si salva con la prescrizione

L'Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza avevano scoperto una serie di “anomalie gravi” nei documenti contabili di tre aziende perugine nel pagamento dell'Iva

Condanna ad 1 anno e 6 mesi, con pena sospesa, per due imprenditori perugini e dichiarazione di intervenuta prescrizione per un terzo. Un quarto imputato era uscito da tempo dal processo con il patteggiamento.

I tre imputati, difesi dagli avvocati Flavio Mennella, Luca Gentili e Paolo Spacchetti, erano accusati di aver organizzato un giro di fatture false “al fine di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto”, indicando nelle dichiarazioni dei redditi “elementi passivi fittizi”.

Per l’anno 2007, ad esempio, uno degli imputati aveva dichiarato elementi passivi, derivanti da acquisti e fatture di pagamento per operazioni inesistenti, per 30mila euro.

L’anno successivo le fatture false saliva ad un importo di 77mila euro, per poi calare a 29mila euro nel 2009. Mentre nel 2010 gli elementi passivi tornavano a quota 74mila euro.

Le fatture false, secondo l’accusa, erano emesse dal titolare di un’azienda (l’imputato che ha patteggiato).

L’indagine era iniziata dopo un accertamento dell'agenzia delle Entrate di Perugia che aveva riscontrato alcune “anomalie gravi”, poi confermate dalla successiva indagine della guardia di Finanza. Da qui la scoperta di un vasto giro di fatture fasulle decine di migliaia di euro “per operazioni commerciali risultate completamente inesistenti” o per prestazioni lavorative mai eseguite.

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