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Cronaca

Mente in aula per proteggere lo spacciatore, ma il giudice lo assolve: "Non ricordo nulla di quel periodo"

L'uomo era accusato di falsa testimonianza, calunna e favoreggiamento personale dopo la deposizione nel processo a carico del pusher

Acquista la droga dal “Pera”, viene fermato dalle forze dell’ordine e sentito per individuare lo spacciatore, ma poi finisce in tribunale con l’accusa di falsa testimonianza perché nel corso del processo ha ritrattato per evitare la condanna al pusher.

Un uomo, difeso dall’avvocato Saschia Soli, è finito davanti al giudice del Tribunale di Perugia per falsa testimonianza, favoreggiamento personale e calunnia.

Secondo la Procura di Perugia durante un processo a carico di uno spacciatore, l’imputato avrebbe finto “di non avere memoria dei fatti”, cioè di quando era stato fermato dopo l’acquisto di una dose, e “negando di avere affermato” di aver comperato la droga da un cittadino albanese conosciuto come “Pera” e di aver anche detto che “era ben rifornito di stupefacente”. Al giudice aveva anche detto di non aver mai chiamato al cellulare lo spacciatore per comperare 500 euro di cocaina e di averlo incontrato in auto.

Sempre nel corso dell’udienza aveva “accusato falsamente” i Carabinieri di aver redatto un verbale falso, in quando gli “sembrava strano avere rilasciato le dichiarazioni” verbalizzate e che, comunque, aveva firmato senza leggere.

Secondo la Procura di Perugia l’uomo aveva fatto tutto questo in aula “con la finalità di escludere la responsabilità” dello spacciatore nel delitto di vendita di stupefacenti.

L’imputato ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato ed è stato assolto perché il fatto non sussiste.

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