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Cronaca

INVIATO CITTADINO Suscita vivaci reazioni quel post che segnala fagioli di Colfiorito prodotti in Canada

Si tratta della foto di un prodotto col brand “Colfiorito. Fagioli Borlotti”, nel cui retro è indicata la provenienza “Canada” e la corretta data di scadenza

Suscita reazioni vivaci  un messaggio postato sul gruppo facebook “Amici dell’Accademia del Dónca”. Si tratta della foto di un prodotto col brand “Colfiorito. Fagioli Borlotti”, nel cui retro è indicata la provenienza “Canada” e la corretta data di scadenza. Ora è noto che, a seguito dell’evento sismico e della solidarietà da esso legittimamente suscitata, girano diverse proposte commerciali che vengono lette  come “imbrogli”. Anche se le confezioni sono realizzate nel rispetto delle prescrizioni di legge. Si tratta di legumi (comprese le lenticchie turche, equivocabili per nostre), insaccati, prosciutti dell’est Europa e tanto altro.

Osserva una signora: “Il nome Colfiorito è solo uno specchietto per le allodole”. Rincara un’altra: “È un vero scandalo... ma i produttori di Colfiorito che dicono?”. Osserva irritato un uomo: “Le solite prese per i fondelli, ormai all'ordine del giorno: si esiste cercando di sfruttare gli altri per un qualsiasi proprio tornaconto, a costo di fregare”. Una commentatrice di buon senso fa notare il rispetto delle norme di legge: “Tutto regolare... se leggete l’etichetta sul retro troverete: "confezionato e distribuito da… azienda sede Colfiorito". La particolarità è che non si dice ‘prodotto da azienda con sede in Colfiorito!’ Quindi potrebbe essere un prodotto del Canada della Cina o altro... a Colfiorito viene solo confezionato e distribuito!!! Il rimedio? Non acquistarlo”.

Un cuoco fa le pulci alle lenticchie del nord Africa e sottolinea; “Bill Emmott (ex editore dell’ Economist), nel suo documentario sulla buona e mala Italia cita proprio un argomento cruciale in Good Capitalism or bad Capitalism (“Capitalismo buono o cattivo”)”.

L’amico Mirco Ricotti osserva polemicamente: “Il problema è che volete mangiare prodotti ottimi senza pagarli il giusto. Troppo facile...”. E ancora chiede retoricamente: “Scusate ma dove vivete? Ci sono due aziende che fanno i panettoni per tutti, come i pandori, i biscotti, i pomodori, il tonno e via cantando”. E poi: “La maggioranza compra olio Extravergine a 5 €... ma che volete? Le cose buone ci sono, ma vanno pagate bene”.

L’amica Norma Pacifico nota: “Nome commerciale. Ad esempio, Neutro Robert's è il marchio, ma mica tutti i prodotti sono neutri!”. Risponde un’altra: “Per non parlare di tutte quelle belle e costose cose Bio e supercontrollate che vendono sui negozi omonimi e che come provenienza hanno Napoli. Ora, con tutto il rispetto, che tutti i Bio vengano da lì mi pare eccessivo!”. Valter Sembolini offre un altro contributo: posta la foto di lenticchie provenienti dagli Stati Uniti. A chi osserva che non si può tornare all’autarchia, Gianluca Ricci risponde: “La globalizzazione favorisce i più forti ed i più furbi. Ora non dico che bisogna essere biecamente protezionisti, ma che si debba fare chiarezza fino in fondo per lasciare al consumatore finale la massima libertà di scelta, ecco, questo sì”.

Dice Marco Tinarelli, toccando il problema salute: “Il problema non è se siano buone o no... il casino è che in certi Paesi usano pesticidi e prodotti chimici che nella UE sono stati messi al bando perché, spesso, cancerogeni”. Sfotte e se la ride Gianluca Ricci con la battuta: “Occorre salvare il pisello italiano!”. E Ricotti: “Quanti di Voi comprano la fagiolina del Trasimeno a 22/30 euro al kg ? Pochi, molto pochi. E allora mangiatevi i fagioli messicani, che fanno tanto "chic". ...Malfattori ??? Loro scrivono da dove viene il prodotto, siete Voi che non sapete leggere e capire!”.

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