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Cronaca Madonna Alta

Stabilimento "Ex Piselli", quando da fabbrica divenne un "covo" per senza tetto

A finire davanti a un giudice questa volta un gruppetto di dieci persone difese dall'avvocato Giuseppe De Lio, ma sono stati tanti negli anni i senza tetto che hanno trovato riparo in questo luogo

Non era uno scherzo d’aprile, anzi tutt’altro. Si è trattato di una vera e propria invasione. Protagonisti della vicenda un gruppo di dieci persone, tutti ragazzi, senza fissa dimora che per cercare un posto lontano dalle insidie del freddo hanno deciso di occupare l’ex stabilimento Piselli.

Per loro però le ore di riparo sono durate veramente poco, dato che al 140 di Madonna Alta sono stati ben presto scoperti e costretti a dare spiegazioni sul fatto di essersi introdotti, senza permesso, all’interno dello stabilimento. Ovviamente la scusa più ovvia è stato il freddo e andando indietro nel tempo, precisamente il primo aprile 2011, le temperature come riporta meteo.it, effettivamente non superavano i quattro gradi.

I dieci ragazzi, compresi in un’età fra i 18 e i 24 anni, tutti senza famiglia e in un paese straniero,  sono stati così denunciati e immediatamente rilasciati all’epoca dei fatti. Adesso sono però costretti a fare i conti con la giustizia e un lungo processo che li vedi imputati per violazione di proprietà privata.

Indifferente il proprietario dello stabile Piselli che ieri, 1° luglio, non si è presentato in aula, rinunciando così a costituirsi parte civile nel processo. Sarà forse perché non è la prima volta che si registra un episodio del genere. Sono stati in tanti, infatti, in questi anni, gli extracomunitari che, sentendo freddo, hanno pensato di trovare riparo tra quelle vecchie mura. Non è una novità leggere sulla cronaca locale storie simile e che hanno per protagonisti freddi glaciali e persone che non sanno come poter evitare di morire assiderati.

A difendere il gruppetto l’avvocato Giuseppe De Lio che a margine dell’udienza ha dichiarato: “Erano giovani e senza una casa, si sono semplicemente riparati all’interno del capannone a causa delle temperature molto rigide”. Adesso spetterà al giudice giudicare i giovani.

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