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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il Blog di Franco Parlavecchio - Libertà di scegliere anche quando morire... se la vita non è più vita

L’amore è cieco… e anche sordo, verrebbe da dire leggendo il post scritto dalla moglie di Mario Adinolfi che difende “romanticamente” il marito dopo le sue dichiarazioni su dj Fabo, per cui Hitler i disabili li eliminava gratis… Lei è quella che poco tempo fa aveva dichiarato giusta la sottomissione delle donne al marito…

Io preferisco l’amore della compagna di dj Fabo, l’amore che non vive dell’egoismo di un accanimento a tutti i costi ma che lascia liberi di scegliere.  “Le mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione, non trovo più il senso della mia vita”, queste alcune delle ultime parole di Fabo. 

Nessuno può permettersi di giudicare la sofferenza ed il dolore altrui così come le libere scelte di una persona, anche estreme. Mi rendo conto di quanto sia difficile legiferare su materie così delicate, ma è giunto il momento che lo Stato si assuma le proprie responsabilità, perché quello balzato alle cronache nazionali è solo uno dei tanti casi in cui si è scelto di compiere l’ultimo crudele pellegrinaggio. 

E’ vero che nel caso specifico si è trattato di suicidio assistito, situazione ben diversa dal quella prevista nel testo che il Parlamento si appresta a discutere sul testamento biologico, che significa avere la facoltà di determinare, in un momento in cui si è ancora capaci di intendere e di volere, quali trattamenti sanitari si vorranno accettare o rifiutare qualora ci si trovi in una condizione di incapacità mentale.

E’ arrivato il momento di fare un salto in avanti sui diritti delle persone, mettendo da parte le nostre convinzioni ideologiche e religiose, ricordandoci che nessuno può essere arbitro del dolore altrui.

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