La società fallisce e iniziano i ricatti, Ferrari e Jaguar in pegno: due imprenditori "taglieggiati"
Oggi l'udienza preliminare a carico dei 4 "estorsori". Accolta dal giudice l'eccezione sollevata dalla difesa per incompetenza territoriale e atti trasmessi al tribunale di Ancona
Due imprenditori di Gubbio "taglieggiati" e costretti da quattro persone a farsi consegnare soldi, Jaguar e Ferrari in "pegno" . I quattro, su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura di Perugia e accusati di estorsione, sono finiti questa mattina dinanzi al giudice dell'udienza preliminare, che dopo una breve camera di consiglio ha accolto l'eccezione sollevata dalla difesa - avvocati Gianni e Eugenio Zaganelli - per incompetenza territoriale. Il processo a carico degli imputati è stato così "annullato "e gli atti trasmessi al tribunale di Ancona. Per i legali difensori l'eccezione sollevata è stata fondata sul fatto che il reato sarebbe iniziato proprio a Falconara , in provincia di Ancona.
I fatti contestati risalgono a qualche anno fa, al 2015 quando gli odierni imputati avrebbero minacciato gli imprenditori per farsi consegnare soldi e auto di lusso (tra cui anche una Bmw) affermando - si legge nel capo d'imputazione - in modo "pretestuoso" che a seguito del fallimento di una società "per operazioni poco trasparenti" prima gestita da uno degli imprenditori umbri e poi ceduta, avrebbero avuto un danno di 30mila euro. A quel punto sarebbero arrivati i ricatti e le minacce, facendosi fare anche il passaggio di proprietà di un'auto di grossa cilindrata. Scattarono le indagini che portarono anche alle manette. Ora il processo sarà trasferito ad Ancona.