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Cronaca

Datore di lavoro estorce il tfr al dipendente licenziato: imprenditore sotto processo

Il giovane lavoratore, con una famiglia a carico, si era rivolto ai Carabinieri dell'Ispettorato del lavoro

Un imprenditore è finito sotto processo per estorsione per non aver pagato il trattamento di fine rapporto ad un dipendente licenziato.

L’uomo, difeso dall’avvocato Marco Piazzai, è accusato di estorsione “perché quale amministratore di fatto della società … mediante minaccia consistita nel paventare di non corrispondere la somma dovuta a titolo di trattamento di fine rapporto” ad un dipendente “nel caso in cui non avesse acconsentito alla decurtazione da tale importo di una somma” pari a quanto doveva ancora versare all’Inps.

Secondo l’accusa l’imprenditore avrebbe intimato all’ex dipendente “privo di occupazione e con una famiglia a carico”, con due figli piccoli di incassare solo una cifra minore, circa il 10% di quanto gli spettava.

L’uomo era stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro in una filiale bancaria dove si era recato insieme al lavoratore per negoziare l’assegno del trattamento di fine rapporto. Qui, dopo aver fatto firmare il giovane per quietanza, avrebbe trattenuto una quota della somma, versandola subito nel conto bancario dell’azienda.

L’indagine era scattata a seguito della denuncia del lavoratore ai Carabinieri “dopo le sue rimostranze per la mancata fruizione dei riposi settimanale e delle ore di straordinario mai retribuite, per tutta risposta lo aveva licenziato su due piedi. Ma non contento di questo lo stesso datore di lavoro lo aveva indotto a seguirlo in banca per riscuotere l’assegno delle sue spettanze di fine rapporto e di riconsegnargli la somma in contanti, con la minaccia che altrimenti non gli avrebbe dato alcunché, prospettandogli quindi un lungo contenzioso, insostenibile per il lavoratore”.

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