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Cronaca

IL PERSONAGGIO Lorenzo Fonda e il suo secondo manifesto per UJ. "Ho cercato atmosfere e colori che dessero un senso di speranza"

L'inviato cittadino ha intervistato in esclusiva l'autore del manifesto della rinascita di Umbria Jazz per l'edizione 2021

Lorenzo Fonda e il secondo manifesto per UJ. Ne parliamo con l’Autore. Il progetto, i simboli, i colori.

Lorenzo, questa della creazione di manifesti corrisponde a una tua specifica vocazione, vero?
“È vero. Sono sempre stato attratto dall’idea di creare un manifesto. Fra quelli di maggior rilievo, mi piace ricordare il Prix Italia (1987), Umbria Jazz (1988) e Umbriafiction (’91-’92)".

Quali le tue idee sulle specifiche di un’opera del genere?
“Il manifesto deve soddisfare delle esigenze particolari. Oltre che tenere conto dell’evento da raccontare, deve avere l’indispensabile requisito di una lettura immediata”.
Questo per l’idea progettuale, e quanto all’aspetto artistico?
“L’opera deve innanzitutto possedere quegli equilibri cromatici precisi e ben definiti che ti consentono di riconoscerla anche da lontano, prima ancora di osservarla nei particolari”.
Spiegaci come procedi.
“Parto sempre con il definire delle ampie campiture cromatiche astratte, in equilibrio e in contrasto tra di loro”.
Cos’hanno in comune lo storico manifesto del 1988 e l’attuale?
“Sono diversi nel linguaggio, ma simili nell’impostazione”.
Facci capire meglio.
“Quello del 1988 era astratto, questa volta invece mi interessava - partendo sempre da definite, astratte, campiture cromatiche - evocare, con un linguaggio figurativo, il periodo (l’attuale) in cui è stato realizzato, il territorio (l’Umbria, Perugia) e, naturalmente, il jazz”.

C’è un rapporto fra questa tua opera e la pandemia?
“Un periodo difficile, quello che abbiamo vissuto, inutile nasconderlo. Un periodo buio, da cui però nasce la speranza e la volontà di uscirne. Da uno sfondo nero (un colore che mi ha sempre affascinato: dal nero nasce la vita (nel nero finisce) escono i colori della speranza”.

Quali?
“I verdi, azzurri, gialli, ocra. I colori dell’Umbria. L’Umbria, la tavolozza del Rinascimento”.
Hai scelto richiami illustri alla storia dell’arte?
“Ho cercato le atmosfere del Perugino, di Pinturicchio, di Raffaello: atmosfere e colori che dessero un senso di serenità, di speranza”.
Una parola sugli elementi costitutivi
“In lontananza, la silhouette di Perugia con i campanili di S. Pietro e S. Domenico. Sotto, la campagna umbra con la sua atmosfera estiva: i gialli e le ocre del campo di grano tagliato a giugno, l’ulivo, simbolo di pace”.

… e il simbolo della musica
“In contrasto, ma in equilibrio, due campiture ben definite. Una bianca, che diventa la tastiera di un pianoforte a tagliare in verticale il manifesto sulla sinistra. Una rossa (il rosso, altro colore che amo molto), simbolo della passione, della vita, sulla destra. Sotto (ma pittoricamente non troppo marcato), un pentagramma con delle note musicali, una musica, il suono di un sax che arriva da lontano”.

E il richiamo all’anno dantesco
“L’inserimento delle due terzine dantesche è un suggerimento avanzato da Gianluca Laurenzi (anche se non so da chi è partita l’idea). Siamo nell’anno di Dante e il testo in quella posizione non stonava, poteva andar bene, al pari del logo di UJ”.

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