Terrorismo a Perugia, facevano propaganda per la Jihad: espulsi marito e moglie

Si era inserito all'interno della comunità senza particolari problemi. Ormai in Italia da diversi anni, era riuscito a trovare un lavoro stabile. L'impiego da artigiano e una vita quieta, gli avevano permesso di essere accettato e ben visto da tutti. Poi aveva incontrato una giovane, anche lei di nazionalità albanese. Un amore a prima vista, sfociato in un matrimonio duraturo. Lei, giovanissima aveva deciso di sposarsi e di piegarsi infine ai dettami della Shariʿah. Ed è da qui che parte l'indagine degli uomini della Digos, insospettitisi per quell'improvviso estremismo. Dopo accurate indagini, ancora tenute sotto stretto riserbo, tanto da spingere la Questura a non fornire dettagli specifici, è stato ritenuto necessario allontanare marito e moglie, rispettivamente di 32 e 23 anni, dall'Italia.

Un rimpatrio lampo, firmato dal ministro degli Interni, Angelino Alfano. Gli agenti avrebbero infatti riscontrato elementi tali da per poter ritenere i due soggetti vicini a frange estremiste islamiche. I due, in base, alle indagine svolte, avrebbero abbracciato la causa della Jihad, iniziando un'opera di proponganda. Rimane nel riserbo più assoluto come marito e moglie siano entrati in contatto con determinati “ambienti” di matrice islamica. Complice potrebbe essere stato il web, dove ormai da tempo gli estremisti reclutano nuovi “soldati”, ma queste sono ancora mere ipotesi che non trovano al momento riscontro. I coniugi vivano in un paesino della provincia di Perugia. Ad esprimere soddisfazione per per il lavoro della questura di Perugia è stato il sottosegretario all'Interno Gianpiero Bocci.