Norcia, il giovane Emanuele ucciso da un pugno per un "gioco" mortale
Una sfida a suon di pugni. La verità emersa attraverso le chat e i frame estrapolati dai video sui telefoni cellulari dei presenti
E' morto per un pugno "dato per gioco, per sfida", il nursino Emanuele Tiberi, deceduto quest'estate a soli 33 anni. Una morte assurda e per il quale era stato diposto l'arresto dell'amico, un coetaneo a cui la procura di Spoleto aveva ipotizzato il reato di omicidio preteritenzionale.
Una notizia che aveva choccato l'intera comunità nursina, tanto che il Sindaco Nicola Alemanno aveva proclamato il lutto cittadino nel giorno del funerale di Emanuele, definendola una "terribile tragedia senza precedenti nella nostra comunità". Un drammatico episodio che a mesi di distanza sta facendo emergere una nuova, sconvolgente, verità.
Una consulenza tecnica disposta dalla procura di Spoleto ha infatti fatto emergere - attraverso le chat e i frame estrapolati dai video dei telefoni dei ragazzi presenti quella sera- che Emanuele e il coetaneo indagato si sarebbero sfidati in una specie di pericoloso gioco. Il primo diede uno schiaffo, l'altro rispose con pugno letale che non lasciò scampo a Emanuele. Intanto i difensori dell'indagato - gli avvocati David Brunelli e Francesco Crisi - hanno proposto appello avverso al rigetto della richiesta di scarcerazione e sarà il tribunale del Riesame di Perugia a decidere. La notizia è stata riportata dall'edizione odierna de La Nazione Umbria.