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Cronaca

Cattedrale di San Lorenzo, ci siamo sempre sbagliati: la verità sulle opere è svelata

Una riflessione, per molti spiazzante, sulla Madonna delle Grazie, che la vulgata attribuisce impropriamente a Giannicola di Paolo

Elvio Lunghi (detto “lo Sgarbino assisiate”): critico bravissimo e intrattenitore stupendo, parla, in Goldoniana, dei misteri della cattedrale di San Lorenzo. Ne dice tante, e tutte interessanti. Svela anche alcuni lati inediti della chiesa del santo in gratella.

Comincia a parlare delle opere murarie e dell’apertura di luci per dare ariosità a una chiesa cupa e buia. Espone le grandi trasformazioni subìte della chiesa attraverso i secoli, i gusti, gli stili, fino al neogotico. Racconta degli scavi effettuati nell’enorme cimitero sottostante e della temuta implosione su se stessa dell’antica fabbrica. Fino al provvidenziale consolidamento (il cronista ha constatato de visu lo stato dell’arte prima e dopo l’intervento del grande ingegnere-architetto Massimo Mariani, mai troppo lodato)… ma stendiamo un velo pietoso!

Poi la notizia delle decorazioni alle pareti improvvidamente “scialbate”, ovvero coperte da strati di vernice murale negli anni Cinquanta del Novecento (ma le Soprintendenze che facevano? erano girate da un’altra parte?).

Quindi parla di un pezzo del Museo della Cattedrale sotto le Logge, con la stupenda “dormitio virginis”, sbruciacchiata dalle candele in corrispondenza delle figure degli apostoli, sotto ai quali l’orante disponeva il cero mentre pregava: roba da galera o da sferzate con lo scudiscio!E ancora la chiusura della porta su piazza Danti, perché la gente, anziché fare il giro, per andare da piazza Grande a piazza Danti e via Rocchi, attraversava la chiesa, come fosse un corridoio-scorciatoia.

E infine una riflessione, per molti spiazzante, sulla Madonna delle Grazie, che la vulgata attribuisce impropriamente a Giannicola di Paolo. Ma che? Dall’analisi di Lunghi – informata e persuasiva – si deduce inconfutabilmente che trattasi di un lavoro di Pietro Perugino. Certo che ogni conversazione di Elvio Lunghi (ironico, polemico, bastian contrario) si rivela sempre un’illuminazione. Si vorrebbe che quella serie di incontri alla Stranieri non finisse mai.

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