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Cronaca

Quegli spazi elettorali desolatamente vuoti e la propaganda di una volta nei ricordi di un vecchio perugino

Quegli spazi elettorali… desolatamente vuoti. Accade anche altrove, ma nella Vetusta sembra proprio che i partiti vadano al risparmio

Quegli spazi elettorali… desolatamente vuoti. Accade anche altrove, ma nella Vetusta sembra proprio che i partiti vadano al risparmio. “Tanto – dice un vecchio perugino – oggi comanda la televisione”. E racconta: “Un tempo si andava ai comizi: era un vero spettacolo. Ricordo che, nel dopoguerra, esistevano anche i “contraddittori”, ossia il ping-pong tra due rappresentanti di partiti diversi, che dicevano la loro su vari argomenti scottanti. In genere si trattava di un comunista e di un democristiano: facevano scintille! Usavano toni infocati, ma non si offendevano”.

“Ricordo che, in occasione del viaggio di De Gasperi negli Stati Uniti, le tabacchine dell’alto Tevere cantavano un ‘Vola, colomba’ con parole cambiate. Dicevano “Vola, Democrazia Cristiana / vola laggiù, dov’è il tuo amor / vola coi tuoi Americani / perché con noi / non puoi restar!”. Era un modo di fare polemica senza litigare. Non, come accade oggi: che in tv si sbranano, sovrappongono le voci, fanno a chi urla di più!”.

E aggiunge: “Si andavano a sentire anche i comizi di politici appartenenti a schieramenti che non erano il nostro. Rammento, ad esempio, che non mi perdevo un comizio di Almirante, pure essendo un rappresentante di posizioni politiche molto distanti dalle mie. Ci andavo perché era un oratore formidabile”. “Lo ascoltavo – dice – e, dentro di me, preparavo le risposte da dare agli avversari nelle conversazioni al bar. Ritengo che fosse un bell’esercizio di democrazia”. “Oggi – aggiunge – ci sono quelli sicuri di essere eletti: tanto ci ha pensato il partito a metterli in posizione di comodo. Non fanno neanche lo sforzo di andare a chiedere i voti”.

Ricordi di una peruginità datata, quando tutto era diverso. Quando si faceva politica per passione, non per carriera. L’Inviato Cittadino ricorda che alla Pesa, all’Antica Società del Gotto di Fontenovo (parola del presidente, Giuliano Antonielli!), si raccontava di quando il senatore Raffaele Rossi si rivolse alla sezione perché non aveva i soldi per comprare i libri per le figlie (a quei tempi, i politici davano quasi tutto al partito e per sé tenevano pochissimo). Gli dissero: “Non c’è una lira. Non possiamo aiutarti. Prendi la radio e vendila!”. Ma lui non la volle: la radio era uno strumento d’informazione troppo importante. E per i libri si arrangiò.

Oggi, a vedere quei tabelloni spogli viene tenerezza. O sconforto. Ed è la stessa cosa per tutta la città. Gli unici partiti presenti, con qualche sporadico manifesto, sono un paio di formazioni politiche recenti, che non possono contare su rendite di posizione.

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