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Cronaca

EDITORIALE Palio di Perugia: "Caro regista puntare oggi tutto sui cortei è costoso, rischioso e poco popolare"

Il Palio di Perugia va difeso e coltivato ogni giorno, ma bisogna avere il coraggio di andare per gradi: prima bisogna coinvolgere dal basso, diffondere lo spirito del Palio inteso come Rione-Lavoro-Vittoria, bisogna aprire a tutti i costi le taverne per fare cassa. E poi puntare sulle super-sfilate. Dal basso e non dall'alto, per strada e non in teatro, per i perugini e non solo per i turisti

Il Palio di Perugia sta per entrare nel vivo ma in città ad oggi non si trovano bandiere, stendardi e simbolo dei rioni. Manca l'appartenenza, il calore, la diffusione di un sentimento che non è un evento di fiori o di street-food ma è anima, popolo, luoghi di ritrovo, Mancano una ventina di giorni e l'ossessione del regista Rodolfo Mantovani sono i cortei storici dato che ha relegato le sfide - l'anima popolare e che di solito colpisce ai cuori dei giovani accrescendo così le file degli atleti e dei  futuridirigenti - ad un ruolo secondario valendo soltanto 20 punti (il primo posto) contro i 40 della sfilata. Il regista ha voluto fare le prove per avere dei cortei disciplinati con tanto di movimenti al suono dei musici medievale. Bene i musici ma l'anima dei cortei storici sono i tamburini per due buone ragioni: vengono dal basso, coinvolgono flotte di ragazzi, possono essere utilizzati tutto l'anno e sono la voce del proprio territorio. Quanti gruppi ci sono ad oggi? Dove provano? Che ritmi? Mah...

La novità di quest'anno è che ognuna delle proposte scenografiche sarà allietata da un accompagnamento musicale dal vivo (note e canti del Quattrocento, a cura dell'accademia di arti antiche Resonars, in collaborazione con la scuola La Maggiore di Perugia). Il regista dice: "una scelta per rendere più suggestivo ogni singolo corteo". Forse. Ma saranno adeguati alla grandezza della piazza? Saranno uditi? O si confonderanno con rumori, tamburi e altre voci della città?

Ma torniamo all'ossessione sfilata: poco importa se i Rioni sono costretti ad affittare vestiti già visti in altri cortei umbri, a prezzi non modici, o con altri non certo rappresentativi delle proprie sartorie di rione (quelle frutto del volontariato) a fronte dei pochi di proprietà della città e dei comitati. La genuinità perugina per il momento è rappresentata solo dai giochi: la bellissima gara della torre, il giavellotto e l'emozionante corsa del drappo. Eppure valgono meno, decisamente snobati rispetto allo spettacolo dei cortei che per averlo alla pari di altre feste regionali e nazionali ci vorranno almeno 10 anni. E qui siamo soltanto alla sperimentale seconda edizione. Doppio mah...

"Abbiamo cominciato a fare le prove della sfilata - spiega Rodolfo Mantovani, coordinatore artistico dell'evento - cercando il più possibile di gestire le distanze tra i figuranti, i portamenti (dalle dame ai popolani), in maniera tale che i cortei dei rioni risultino più fedeli possibile nell'interpretazione. Questi momenti sono molto utili per dare una struttura equilibrata e ordinata ad ogni singolo corteo, per prendere confidenza con le distanze, le andature, i tempi e la velocità da tenere durante tutta la sfilata, tenendo sotto controllo colui che cammina di fianco. Tutti riferimenti, dettagli tecnici, per entrare nella messa in scena".  Tante belle tecniche valide per lo più per delle rappresentazioni teatrali modello Calendimaggio. Ma ogni festa non deve avere la sua specificità? La sua crescita graduale? La gente che ama il Calendimaggio sa che si svolge ad Assisi e a maggio non a Perugia e a giugno.  

E le taverne? Se ne parla poco e non si ha certezze di questi luoghi fondamentali per portare denari alle casse dei rioni e dell'ente. Forse non hanno capito i signori del Palio che per avere belle sfilate servono taverne piene di popolo che ristora la pancia e non gli occhi. E ne serviranno tanti di soldi dato che aver dato un peso maggiore alla sfilata rispetto ai giochi richiederà un investimento minimo di 6mila fino a 15mila. Provare per credere. E ogni anno sarà peggio: nuovo tema, nuovi carri, nuovi vestiti. Tutto questo è inevitabile perchè la sfilata vale come due vittorie di una sfida vera e chi vuole vincere dovrà fare gli straordinari. 

Ps: tutti gli esperti di giostre e rievocazioni storiche sanno che le sfilate attirano i turisti, mentre i giochi... ovvero il Palio... colpiscono al cuore del popolo dei residenti, rendendo l'evento popolare e immortale. Allora la domanda è la seguente: a chi si rivolge il Palio di Perugia? Al popolo o al turista? All'alto o al basso? In verità deve essere un connubio delle due cose perchè se mancano i turisti, manca parte delle le risorse, Ma se il Palio si trasforma in un evento per pochi allora avrà vita breve.  

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