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Cronaca

EDITORIALE Altra mazzate sulle famiglie: niente abbonamenti scolastici a rate. Tutti zitti sulla decisione di Bus Italia. Ma non era servizio pubblico?

Regione, Comuni e Provincia devono intervenire per aiutare quelle famiglie in difficoltà. Ecco quello che sta accadendo nel silenzio quasi generale

Una, due, tre... dieci telefonate. Tutti cittadini arrabbiati, la maggior parte uomini - e spiegheremo perchè -. Argomento: il trasporto pubblico regionale. Ovvero: bus urbani, extraurbani e altra mobilità in genere. Il cronista che risponde al telefono pensa subito a qualche disservizio sulla linea - no, rispondono dall'altra parte del telefono -, allora sulla gara pubblica che sta spaccando il mondo sindacale come non mai - cosa? si ode dall'altra parte a dimostrazione della scarsa conoscenza di questo argomento da addetti ai lavori - e allora di cosa si tratta? "Da quest'anno non permettono più la rateizzazione degli abbonamenti scolastici per i nostri figli. Si parla di somme importanti e le rate ci davano respiro".

"Io sono un padre separato: spetta a me l'abbonamento. Sono costretto a farlo mensile perchè non riesco a tirare fuori tutti i soldi subito. Bollette, mantenimento, caro-spesa, affitto... come faccio?". Non fanno pagare a rate? Sembra una bufala perchè dai sindacati nessuno ha detto nulla, dalle associazioni degli studenti niente, dai partiti di opposizione manco un rigo. Forse lo sciopero della Cgil del 16 settembre è anche per questa decisione anti-sociale, anti-famiglie, anti-diritto (oserei dire) allo studio (per quelle fasce considerate ancora normali, ma che da tempo sono povere come le altre)?

No, lo sciopero è contro la Regione e contro la formula della gara pubblica (de che? avrebbe detto il padre disperato). La conferma ci arriva direttamente da alcuni autisti amici, poi dagli sportelli e questa mattina anche dai sindacati Cisl e Uil che scrivono: " Si coglie l’occasione per stigmatizzare quanto sia importante oggi, in questa fase di grave sofferenza per le famiglie, la rateizzazione degli abbonamenti all’uso dell’autobus che Busitalia ha deciso di sospendere unilateralmente".  Dunque nessuna pagamento a rate per l'abbonamento per andare a scuola nel periodo più nero per tutti: ovvero piena crisi energetica, bollette che ammazzano quel poco di reddito che resta, aziende che sospendono la produzione mandando in cassa integrazione. La decisione è di Bus Italia punto e basta.

Motivo? Tanti ma nessuno ufficiale. Eppure nessuno sciopera per questo. Eppure nessuno va in piazza per questo. Eppure nessuno grida contro chi ha preso questa decisione. Manco una misera raccolta di firme. Evidentemente è più facile farlo contro gli amministratori pubblici che contro il padrone. Noi non ci stiamo: chiediamo a Bus Italia di sapere perchè nessuna rata? E chiediamo alla Regione di intervenire perchè l'azienda non è il padrone del trasporto pubblico, ma è il gestore di un fondamentale servizio a disposizione dei cittadini. I problemi si risolvono, con nuove formule, non certo si scaricano sulle spalle delle famiglie, anche di quelle che l'anno passato hanno onorato la rateizzazione. E poi ci stupiamo che in questo paese siamo sempre più vecchi, sempre con meno figli. Sono considerati un costo, non l'unico futuro possibile. 

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