Legambiente, per l'Umbria un balzo in avanti nei reati legati alle Ecomafie
Nel rapporto di Legambiente sulle Ecomafie in Italia, non passa inosservato il balzo in avanti della nostra regione riguardo a reati legati all'ambiente, l'Umbria passa dal sedicesimo posto del 2011 all'undicesimo del 2012
Non sono rassicuranti i dati che arrivano dal rapporto Legambiente 'Ecomafia 2013', se l'Italia fa sengare un incremento in costante aumento negli ultimi anni, l'Umbria non è da meno e infatti fa registrare un balzo in avanti in classifica 11° posto nel 2012 quando nel 2011 era appena 16° rispetto ai crimini legati all'ambiente.
I crimini registrati in regione nel solo 2012 sono 953 appena 43 in meno del Veneto e addirtittura 54 in più del Piemonte, due regioni non comparabili per popolazione e estensione alla 'verde' Umbria. I dati registrati in Umbria, secondo l'associazione ambientalista, rappresentano il 2,8% del totale nazionale: il 45,7% dei reati è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia) seguite dal Lazio, con un numero di reati in crescita rispetto al 2011 (+13,2%) e dalla Toscana, che sale al sesto posto, con 2.524 illeciti (+15,4%). Prima regione del Nord Italia, la Liguria (1.597 reati, +9,1% sul 2011).
In Umbria per i quasi mille crimini legati all'ambiente nel 2012 le persone denunciate sono state 769 e nessun arresto è stato effettuato, mentre sono stati autorizzati 170 sequestri.