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Cronaca Fontivegge

Quando il mercato è diviso per ruoli, ecco chi gestisce lo spaccio all'ingrosso

Una lunghissima e laboriosa indagine quella portata avanti dalla Questura di Perugia che è riuscita a individuare un altro covo della droga

Una lunghissima indagine ha permesso agli uomini della Questura di Perugia di scoprire il ruolo del mondo nigeriano nello spaccio delle sostanze stupefacenti. Secondo infatti l’inchiesta, diretta da Marco Chiacchiera, sarebbero loro ad avere in mano la cosiddetta vendita “all’ingrosso”, rifornendo così soggetti di origine nordafricana, specialmente tunisina, per il successivo spaccio “al dettaglio”.

Nel mirino della lunghissima e laboriosa operazione, un covo gestito da soggetti africani, ben noti alla Squadra Mobile. Il blitz è scattato a mezzanotte e trenta della notte tra mercoledì e giovedì, con l’obiettivo specifico di individuare in un appartamento, al piano terra di una casa singola, in Via San Galigano-Rimbocchi, adiacente all’omonimo parco, il giro.

I poliziotti, dopo aver bussato, non hanno ricevuto alcuna risposta, ma non si sono persi d’animo e si sono avventurati nella vicina area verde, nonostante il buio, alla ricerca dei pusher ed i loro sospetti hanno trovato immediato riscontro. Nell’oscurità, hanno individuato due africani i quali, ben nascosti, sono stati comunque sorpresi nel goffo tentativo di nascondere dei piccoli involucri in carta, nei quali le relative indagini successivi hanno confermato che vi erano nascosti 40 grammi di “marijuana”, pronti alla distribuzione su piazza, distinti in 8(otto) involucri di uguale dimensione e peso.

Invano il tentativo degli spacciatori, una volta trovata la droga, di darsi alla fuga seminando gli operatori i quali, con prontezza e coordinamento, sono riusciti ad ammanettarli e, all’esito di una perquisizione personale e domiciliare alla ricerca di altra sostanza, a metterli in manette. Sequestrati, oltre alla droga, anche 150 Euro in contanti che, ripiegati in quattro parti, erano stati opportunamente nascosti in una tasca “segreta” chiusa e cucita all’interno dei jeans di uno dei due africani.

Di particolare interesse i loro “curricula” criminali a Perugia. Konate Abubakar, nato in Gambia nel 1986, irregolare sul territorio nazionale e pregiudicato, sbarcato a Lampedusa nell’aprile 2011, con numerosi precedenti specifici, era stato tratto in arresto sempre dalla Polizia di Perugia nello scorso novembre 2013. Di recente ingresso in Italia ed a Perugia ma già particolarmente attivo nel mondo dello spaccio: nel maggio scorso, infatti, all’interno di un negozio etnico africano della zona “Fontivegge”, era stato picchiato e ferito con armi da taglio da tre soggetti, presumibilmente tunisini, per evidenti motivi legati ai traffici di droga, atteso che il gambiese, agli agenti della Volante intervenuti, non aveva voluto riferire alcun elemento utile all’identificazione dei suoi aggressori.  Lo scorso novembre 2013, come accennato, venne arrestato insieme ad alcuni connazionali, tutti sorpresi con della droga ben nascosta: lui, nello specifico, occultava ben 70 grammi, anche in questo caso, di “marijuana”. Appena sbarcato in Italia, comunque, aveva richiesto un permesso di soggiorno per protezione internazionale (“asilo politico”), evidentemente mai concesso.

Nwajiobi Prince Benjamin, liberiano del 1973, anch’egli sbarcato a Lampedusa ma nel 2008, ed anche lui richiedente “asilo politico”, irregolare sul territorio nazionale, annovera analoghi precedenti specifici nell’ambito dello spaccio di droga, tutti trascorsi configurati tra Perugia e Padova nel corso degli anni. Ma gli investigatori della “Criminalità Organizzata” se lo ricordano benissimo in quanto fu tra i protagonisti del gruppo criminale di spessore “internazionale” oggetto dell’operazione “TURNOVER” dello scorso maggio: all’alba del 7 maggio, vennero catturati contemporaneamente circa 20 componenti del predetto gruppo criminale, interamente composto da trafficanti e corrieri internazionali di “eroina” e “cocaina”, ed il nostro Prince fu uno tra i 17 “irreperibili”. Tuttavia la Squadra Mobile, con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine “Umbria e Marche”, riuscì dopo solo qualche giorno a sorprenderlo in zona Fontivegge e ad assicurarlo alla giustizia. All’interno dell’organizzazione nigeriana che, come noto, gestiva una rete criminale internazionale, con contatti e referenti in 4(quattro) continenti e quasi tutti i paesi europei, era uno stretto collaboratore del referente perugino ed un punto di contatto tra l’organizzazione stessa ed i collaterali tunisini, dediti alla distribuzione della droga al dettaglio. Nell’ambito di tale operazione, dovrà rispondere di “associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”.

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