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Cronaca

Fontivegge, boss dello spaccio finisce davanti al giudice: "Non ho un lavoro e non ho una casa, posso solo vendere droga"

Arrestato dalla Squadra Mobile dopo una settimana di indagini. Gli episodi di spaccio sotto le telecamere di sicurezza della zona

Spaccia in piazza del Bacio perché non ha un lavoro, non ha una casa, vive su una panchina ai giardinetti a Perugia, ha avuto problemi di salute ed è tossicodipendente.

avvocato Vincenzo Bochicchio-4È quanto ha raccontato un tunisino di 45 anni, difeso dall’avvocato Vincenzo Bochicchio, arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Perugia dopo un’indagine durata una settimana, con tanto di appostamenti e filmati degli episodi di spaccio, ripresi dalla telecamere di sicurezza e controllo del Comune di Perugia.

L’uomo è accusato di aver ceduto, il 2 settembre, una dose di eroina ad una italiana al prezzo di 20 euro. In tasca ne aveva altri tre involucri.

Un primo episodio di spaccio, sempre cessione di eroina ad una donna, è stato registrato l 19 agosto, nel sottopasso tra piazza Vittorio Veneto e piazza del Bacio.

Il 20 agosto aveva venduto eroina ad un donna e ad un uomo. Identico comportamento tenuto il 24 agosto, sempre nei pressi della stazione ferroviaria.

Il 25 agosto è stato ripreso mentre vendeva una dose di eroina ad un uomo alle 11 del mattino, poi un’altra dose alle 12 e una dose di hashish poco dopo ad una terza persona.

Altre due cessioni nel corso della mattina del 30 agosto. Mentre il 31 agosto vendeva una dose di droga al mattino e una il pomeriggio. Anche il giorno successivo, due cessioni di eroina, ad un uomo la mattina e ad una donna nel pomeriggio.

L’indagine è nata su segnalazione dei residenti della zona sulla presenza di un gruppo di nordafricani che sostavano nel sottopasso o sulle scale che portano al Broletto, aspettando i clienti e vendendo droga. In particolare gli investigatori si concentravano sulla figura dell’arrestato, in quanto più attivo degli altri. Tutti gli spostamenti e gli incontri venivano registrati e alcuni dei clienti fermati con sequestro della droga.

Visto il pericolo di reiterazione del reato, il fatto che l’arrestato non ha una dimora e considerando che “prima dell’arresto aveva creato una vera e propria piazza di spaccio”, il giudice ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare in carcere. Per il giudice, quindi, non avendo altro lavoro che quello dello spaccio di eroina, se tornasse libero o ai domiciliari, riprenderebbe subito a spacciare. Il difensore ha già preannunciato ricorso al Riesame.

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