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Cronaca

"Strade deserte, controlli ovunque e mascherine obbligatorie": Io perugino vi racconto la vita ai tempi del coronavirus

Intervista a James R. Paoluzzi, insegnante in Cina, che vive in una città a 500 chilometri da Wuhan. Ci spiega cosa stanno facendo Governo e Sanità per arginare il virus, la grande paura dei cittadini e la speranza...

Nel giorno in cui scoppia l'allarme coronavirus anche in Italia, con i casi registrati a Roma (seppur tutti da certificare) e una intera nave da crociera con semila passeggeri bloccata al Porto di Civitavecchia, e il Ministero della Salute ha dato ulteriori indicazioni su prevenzione ed eventuali casi di contagio per la sanità umbra, abbiamo contattato un giovane perugino, che lavora come insegnante in Cina, per cercare di capire come sta evolvendo la drammatica situazione della trasmissione del virus cinese, cosa si sta facendo nel cuore del focolaio e come sta reagendo la popolazione. Tante domande che abbiamo rivolto a James R. Paoluzzi che è molto conosciuto a Perugia, nonostante da due-tre anni vive all'estero prima per motivi di studio ora per lavoro, per la sua assidua presenza al palio di perugia1416 come atleta nel giavellotto e nella staffetta. 

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James a quanti chilometri vivi dal focolaio da dove si è alimentato e diffusoil coronavirus in Cina e purtroppo ora anche in altre nazionali del mondo? "Mi sono trasferito in Cina agli inizi di novembre per iniziare il mio "giro intorno al mondo" e come prima tappa ho scelto proprio la Cina dove vivo attualmente come insegnante in una scuola internazionale. Io vivo a Suzhou, una città della provincia dello Jiangsu, e sono a 20 minuti di minuti di treno dal centro di Shanghai. Praticamente mi trovo a 500km in linea d'aria dal focolaio di Wuhan". 

Una distanza importante ma anche nella tua regione la situazione è da bollino rosso? "Guarda ad oggi, secondo i bollettini quotidiani, abbiamo già 24 casi accertati in città (su 10 milioni di abitanti). Anche per noi valgono tutte le restrizioni di natura sanitaria previste dal Governo". 

I primi casi sono stati registrati a dicembre ma l'allarme a livello nazionale è partito molto dopo, puoi confermare? "La notizia di questo virus girava già da meta' dicembre ma non se ne dava tanta importanza in quel momento. Le precauzioni e le preoccupazioni più grandi sono cominciate intorno al 20 di Gennaio quando le news, soprattutto internazionali giravano più frequentemente. Io ricordo che il 22 gennaio ho partecipato alla festa della compagnia con presenti da tutte le scuole della regione e la situazione era completamente tranquilla. Il caos è cominciato il giorno dopo ovvero il 23 Gennaio, l'inizio delle ferie per i lavoratori in Cina per celebrare il capodanno cinese, che sarebbero dovute finire il primo di Febbraio. E la situazione e' andata sempre ad aggravarsi fino a fermarsi e rimanere in blocco totale dal 27 di gennaio scorso".  

Quindi tutto fermo, tutto chiuso?   "A livello lavorativo il governo cinese ha imposto la chiusura di tutte le scuole, negozi e molte altre attività ( a parte per l'essenziale come i supermercati) fino al 18 di febbraio come minimo. Ciò vuol dire che tutti i lavorati, me compreso, non avranno possibilità di lavorare fino a quella data. Ci chiedono di rimanere o a casa o in zona (su consiglio del governo ndr)".

Abbiamo visto dai video che hai mandato in redazione una metropoli deserta, presidi, mascherine e tanta paura...  "Come potete vedere dai video, le città sono completamente vuote ed e' quasi impossibile incontrare altre persone nelle strade in quanto sono tutti a casa in sicurezza, tutti i negozi sono chiusi e i trasporti pubblici o limitati di molto o se non addirittura completamente bloccati. Detto ciò devo comunque dire che il 25 Gennaio mi sono recato in centro a Shanghai e tutti i trasporti funzionavano regolarmente e mi sono spostato da zona a zona, ovviamente deserte, senza problemi e sono stato controllato ad ogni singola stazione". 

VIDEO Coronavirus, un perugino che vive a Shangai: "Bloccati e con poca possibilità di muoverci". Le immagini

 Nei presidi sanitari anti-virus come avvengono i controlli? "Monitoraggio della temperatura corporea e test di screening prima di poter entrare o uscire da qualsiasi stazione. Da un paio di giorni questi test sono stati installati anche all'ingresso degli appartamenti e vengo controllato ogni volta che esco o entro di casa". 

Supermercati vuoti e scarsi rifornimenti: insomma si teme il peggio e non una soluzione breve del problema... "Vi ho anche mandato i video dei supermercati, che non sono completamente vuoti ma le provviste scarseggiano in quanto la gente qui e' nel panico più totale alimentato dalle notizie, di cui la maggior parte false, provenienti dall'estero. Perciò chiunque si sta preparando al peggio e cerca di barricarsi dentro casa".

Hai detto chiaramente che in questi giorni difficili sei uscito, hai viaggiato, ma non ci sono limitazioni e blocchi degli accessi in alcune aree o quartieri? "Io personalmente mi ritengo di avere una libertà di movimento abbastanza ampia e in grado di poter raggiungere qualsiasi zona o città, ma naturalmente vengo monitorato frequentemente, e personalmente preferisco non allontanarmi più di troppo per evitare che al ritorno venga bloccato il treno, o il bus o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Per esempio oggi hanno chiuso gli ingressi alla città' dove abito con posti di blocco in autostrada e si può entrare solo se hai documenti che dimostrino la tua effettiva residenza nella città'. Ho sentito di famiglie a cui non e' stato concesso l'ingresso perché non tutti i membri avevano i documenti con se. Perciò la situazione sta cambiando di ora in ora. Pero' per dire oggi sono uscito con un paio di amici per andare a fare una corsa in giro per la città' e non ho avuto nessun tipo di problema". 

Che giudizio dai alla strategia anti-virus del Governo? "Il governo e la sanità' stanno reagendo in modo impeccabile alla situazione. Tramite WeChat, l'app di messaggistica e non simile a whatsapp, riceviamo messaggi frequenti riguardo a nuove infezioni, zone chiuse, come comportarsi e qualsiasi cosa utile per risolvere il problema. Ad esempio ricevo migliaia di messaggi con numeri identificativi di treni, bus o aerei in cui ha viaggiato una persona infetta ed invita chiunque avesse viaggiato su quel treno a fare un check up. Gli ospedali ci hanno informato di recarci in ospedale se presentiamo sintomi con febbre oltre al 38.5 dandoci anche indirizzi per centri specializzati alla situazione, ed a quanto pare ad oggi hanno già individuato tre farmaci in commercio utili per curare il virus. In più vige l'obbligo di usare maschere protettive e senza non sarai ammesso per esempio in metropolitana o al supermercato. Anche se oramai le scorte sono esaurite ed e' difficile trovarne. 

Nonostante le notizie dal tenenore apocalittico e le dure condizioni imposte, confermi di sentirti moderatamente tranquillo? Pensi veramente che si potrà tornare lentamente alla normalità con il coronavirus debellato o arginato? "Io al momento mi trovo in una situazione tranquillissima e la situazione qui in generale si e' di panico ma e' molto più serena o tranquilla di quanto i media internazionali stiano facendo credere. Non posso parlare per Wuhan in se essendo isolata, ma so di certo che non e' vero che tutte le città come Shanghai o Pechino siano in quarantena, e tutto il terrore deriva dalle news provenienti da altri paesi che stanno gettando panico infondato in quanto in Cina non esistono fake news perche' sono controllate da Pechino, e quindi ci credono.  Questo virus al momento ha ucciso 170 persone di cui erano tutte anziani o compromessi di salute dando il colpo di grazia finale. Ma moltissime altre ancora sono già state dimesse e guarite e la Cina sta facendo tutto il suo possibile per evitare una epidemia globale in quanto ha imparato l'errore commesso nel 2002 dalla SARS".

Il caos e il blocco del lavoro in Cina ti sta creando problemi per stipendi e contratti? "Questa situazione drammatica avrà un impatto economico enorme in quanto ogni compagnia sta prendendo decisioni diverse, nel mio caso la nostra compagnia ha preso la decisione di non pagarci per tutto questo periodo passato a casa mettendoci in uno stato di "unpaid personal leave" ovvero assenza per motivi personali, che a livello legale o umano e' inaccettabile. E perciò, io insieme a tutti gli altri insegnanti, siamo in una battaglia, non ancora legale, ma in contatto con un avvocato, per risolvere la questione in quanto anche il governo e la legge sul diritto dei lavoratori in Cina ci sta dando ragione".

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