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Cronaca

Euroservice, una lavoratrice: "6 in famiglia, viviamo con la pensione della nonna"

Nel giorno della protesta dei 50 lavoratori della cooperativa che un tempo lavorava all'interno della Nestlè, raccontiamo il dramma di una donna-lavoratrice simbolo delle sue colleghe "usa e getta"

Il dramma di Euroservice, la cooperativa che ha operato per anni all'interno della Perugina come società esterna, non è soltanto l'ennesimo caso statistico (50 lavoratori, in gran parte donne provenienti dall'area del Trasimeno) di una crisi senza fine e di un difficile rapporto tra multinazioni e aziende del territoriali. E' un dramma sociale con dei volti, delle storie e delle difficoltà che ci fanno tornare indietro di almeno 60 anni.

Nel giorno della protesta dei lavoratori Euroservice - senza diritti, senza cassa integrazione nemmeno in deroga dato che sono stagionali e quindi semestrali seppur da 20 anni in servizio nella cooperativa - davanti alla Regione dell'Umbria, accompagnati dal sindaco Batino di Castiglione del Lago, Perugia Today ha voluto raccontare la storia di una donna in particolare che rappresenta un po' tutte le storie di questi 50 dipendenti "senza diritti".
 

Euroservice, la protesta dei lavoratori

 
"Io lavoro con Euroservice, in maniera stagionale, da 20 anni" ha spiegato Ireno Fusco che vive ad Ellera "Abbiamo sempre svolto un lavoro importante per la Perugina ma da un po' di tempo siamo considerati un esubero e non possiamo neanche stare al tavolo delle trattative con i sindacati per la riorganizzazione aziendale. Il lavoro stagionale per me è stata una scelta obbligata dato che per gravi motivi personali sono stata costretta insieme a mia madre a prendere in affido ben 4 nipoti: il più grande di 14 anni e i più piccoli di 5 anni.
Insomma siamo una famiglia numerosa, modesta ma che ora si trova nell'impossibilità di andare avanti dato che manca il mio contributo economico e si va avanti con la pensione di mia madre sui mille euro e siamo sei a doverci campare, studiare e pagare tasse e bollette.
 
Purtroppo non abbiamo nessun diritto e ammortizzatore sociale. Per questo chiediamo da tempo che l'azienda Nestlè possa almeno assumerci, sempre come stagionali, dato che ha deciso di internalizzare il servizio che svolgeva Euroservice. Io rappresento involontariamente le donne umbre all'interno sia di questa grave crisi economica che nella trasformazione del mondo del lavoro: sono donna, non più ragazza, che gestisce anche una famiglia numerosa e che se perde questo treno lavorativo difficilmente nel prossimo futuro troverà una stabilizzazione altrove. E per giunta sono consapevole che l'assegno di mia madre, come lei, purtroppo non sarà eterno....".
 
Vasco Cajarelli della Cgil ha spiegato a Perugia Today che "la Nestlè non può ignorare questi lavoratori, pur essendo formalmente di una ditta esterna, dato che il servizio rientra in una riorganizzazione passata dove anche Euroservice per una stata pedina importante per la tutela dello stabilimento umbro". Il presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini, ha salutato i lavoratori ed è pronta a sostenere le loro ragioni. Ache su pressione dell'Idv, Prc e Pd. 

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