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Cronaca

Declino demografico | Vicini al punto di non ritorno: le strategie e l'assegno alla Francese per invertire la rotta

Il messaggio dietro i sostegni economici per la prole è quello che l’avere figli non è più una minaccia al mantenimento del proprio tenore di vita, ovvero allo scivolamento verso la soglia della povertà

"Ci avviciniamo sempre più ad vICverso una insostenibilità demografica per l'Umbria": l'analisi porta la firma di Giuseppe Coco, ricercatore Agenzia Umbria Ricerche, che ha analizzato a livelo economico e sociale gli ultimi dati sullo spopolamento in Umbria dove il saldo naturale è nettamente maggiore rispetto alle nuone nasciste. Verso il punto di ritorno vuol dire una Regione dove la popolazione inattiva sarà nettamente superiore a quello in età da lavoro: un bilancio negativo che provocherà disagi forti a livello di sostenibilità del welfare, della sanità e a livello economico risulta un forte freno sullo sviluppo e sul futuro. 

Invertire il fenomeno in Umbria, come nel resto del Paese, è un processo e un investimento che non può essere sostenuto a livello reginale ma serve un progetto finanziato a livello nazionale e di Unione Europea. Nel suo studio individua, il rircercatore Coco, due piani di interventi. Il più importante e oneroso: "L’assegno unico, nato nel marzo 2022 e di recente rafforzato dal governo Meloni, per come è configurato, se da un lato è indubbiamente un ottimo strumento a contrasto della povertà delle famiglie, dall’altro non sembra avere quell’appeal tale da invogliare i giovani a non rinviare/rinunciare (per sempre) al desiderio di maternità/paternità. Bisogna agganciare l’assegno unico ad un meccanismo di premialità crescente per chi fa più di un figlio”.

Il messaggio dietro l'intervento dell'assegno potenziato è quello che l’avere figli non è più una minaccia al mantenimento del proprio tenore di vita, ovvero allo scivolamento verso la soglia della povertà.

"In concreto - ha continuato Coco -  se si vuole far convergere in un decennio la natalità italiana verso i livelli di Svezia, Francia, ecc., per chi scrive bisogna agganciare l’assegno unico ad un meccanismo di premialità crescente per chi fa più di un figlio. E, tenuto conto di tutta una serie di fattori (costo della vita, inflazione, ecc.), la misura dovrebbe corrispondere a 300 euro al mese (10€ al giorno) per chi ha un figlio; 900 euro (30€ al giorno) se i figli sono due; 1.800€ (60€ al giorno) quando sono tre; e poi 1.000 euro per ogni figlio aggiuntivo al terzo.

L'altro piano di interventi, secondo Agenzia Umbria Ricerche, riguarda: "favorire l’autonomia abitativa dei giovani per evitare che si rintanino nella casa dei genitori proprio negli anni più fertili; agevolare l’occupazione femminile e delle madri in quanto solo con la presenza massiccia delle donne nel mercato del lavoro un’economia moderna può davvero crescere;potenziare i servizi per l’infanzia in modo da assicurare in particolare alle donne la possibilità di raggiungere il giusto equilibrio nel binomio casa/lavoro".

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