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Cronaca

DOSSIER Censimento popolazione: cresce la divisione tra le aree più urbanizzate e quelle dei centri minori o periferici

Nuovi dati emergono dall'ultima elaborazione del Censimento permanente della popolazione. Quello relativo a quest'anno è partito il 2 ottobre e la fotografia che ne sarà tratta sarà consultabile a dicembre del prossimo anno

Come possiamo conoscere il dettaglio territoriale - sia comunale che sub comunale - delle principali caratteristiche strutturali e socio-economiche della popolazione che dimora abitualmente in Italia e costituisce uno dei principali strumenti di conoscenza per orientare la programmazione socio-economica dei territori? Grazie al Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni che permette anche un confronto con i dati del passato e degli altri Paesi. Grazie all’integrazione dei dati raccolti dal Censimento – attraverso due diverse rilevazioni campionarie denominate “da Lista” e “Areale” – con quelli provenienti dalle fonti amministrative, l’Istituto nazionale di statistica (Istat) è in grado restituire informazioni continue e tempestive, rappresentative dell’intera popolazione, ma anche di garantire un forte contenimento dei costi e una riduzione del fastidio a carico delle famiglie.

La data di riferimento del Censimento è il 2 ottobre 2022, ossia le risposte ai quesiti inseriti nel questionario devono essere riferite a questa data. I primi risultati saranno invece diffusi a dicembre 2023. Ma cosa è emerso finora? In Umbria, i dati censuari certificano una sempre più profonda divisione tra le aree più urbanizzate, capaci di fornire servizi e reti di collegamento, e quelle dei centri minori o periferici. La suddivisione tra aree urbanizzate e periferiche può essere colta utilizzando la Mappa delle Aree Interne 2014, di riferimento per la Strategia Nazionale delle Aree Interne (Snai) 2021-2027. nell’Accordo di Partenariato (Ap) 21-27, realizzata in un percorso metodologico che ha visto coinvolti anche l’Istat, la Banca d’Italia e le Regioni. Cerchiamo di comprendere meglio. La Mappa è uno strumento che identifica i comuni con un’offerta congiunta di tre tipologie di servizio – salute, istruzione e mobilità – denominati Poli/Poli intercomunali. Rappresenta anche tutti gli altri comuni in base alla loro distanza da questi Poli (in termini di tempi medi effettivi di percorrenza stradale), classificandoli in quattro fasce a crescente distanza relativa – Cintura, Intermedi, Periferici, Ultraperiferici – e, quindi, con un potenziale di maggior disagio nella fruizione di
servizi.

Le aree interne quindi vengono individuate, dal 2012, a partire da quello che viene definito il Comune 'polo', ossia un centro abitato con: 1) un'offerta scolastica superiore (almeno un liceo o un istituto tecnico o professionale); 2) un ospedale di livello Dea I (servizi di pronto soccorso e funzioni di medicina generale); 3) una stazione ferroviaria Silver (impianti medio-piccoli per servizi metropolitani e regionali). A determinare la definizione dei Comuni delle aree interne è la relativa distanza dal 'polo', calcolata in minuti di percorrenza stradale. I criteri utilizzati sono stati aggiornati e ridefiniti in maniera più precisa in occasione della nuova mappatura, realizzata dal Dipartimento per le Politiche di Coesione e dall'Istat, tenendo conto dei servizi effettivi e delle distanze riscontrabili alla fine del 2019, nonché dei dati emersi dal Censimento della popolazione 2020.

La Strategia Nazionale per le Aree Interne (Snai) è stata impostata in occasione del ciclo di programmazione coesione 2014-2020 allo scopo di offrire una cornice strategica per il sostegno e lo sviluppo di aree non urbane in declino o a rischio demografico, ma il cui presidio attivo di comunità, però, è cruciale per la tenuta complessiva del territorio sotto il profilo idrogeologico, paesaggistico e dell’identità culturale. I comuni umbri che svolgono autonomamente la funzione di poli dell’offerta di servizi essenziali sono 4: Perugia, Foligno, Spoleto e Terni. Ad essi si aggiungono come poli intercomunali Umbertide e Passignano sul Trasimeno, insieme a Gubbio, Gualdo Tadino e Fossato di Vico. 

I comuni cintura sono 39, con una popolazione di 238.998 persone. Quelli intermedi 33 e interessano 148.330 persone; i periferici 25 con 92.745 persone. Non sono presenti nel territorio regionale comuni ultraperiferifici. Nel 2020 - secondo i dati dell'ultima rilevazione elaborata dall'Istat e ripresa da Aur, Agenzia Umbra
Ricerche - i residenti nei comuni Polo o Polo intercomunale sono il 50,3% della popolazione regionale, quelli dei 26 comuni classificati come Cintura il 24,9%. In complesso, quindi, tre umbri su quattro vivono in comuni classificati come Centri e possono, almeno in teoria, raggiungere i tre servizi essenziali in meno di 20 minuti. Sono, invece, 57 i comuni ubicati a più di 20 minuti di percorrenza dai comuni Polo e vi risiedono 214 mila abitanti. Un quarto di essi sono classificati come periferici e in essi vivono circa 30 mila persone.

Le principali caratteristiche socio-demografiche di questi gruppi, mostrano che la percentuale della popolazione straniera è più elevata nei comuni Polo dove raggiunge il 12,3%, all’estremo opposto si collocano le Aree periferiche con 7,4 stranieri ogni 100 residenti. Rispetto a quella dei Centri, la popolazione delle Aree interne presenta un maggiore grado di invecchiamento. Infatti, il peso della popolazione ultra sessantaquattrenne su quella con meno di 15 anni (indice di vecchiaia) è pari a
215,4% nei Poli ed è ancora più contenuto nei comuni di Cintura (204,4%), mentre in quelli periferici raggiunge il 292%. L’indice di dipendenza – che misura l’incidenza della popolazione più giovane (fino a 15 anni) e più anziana (con 65 anni e oltre) su quella in età da lavoro (15-64 anni) – è pari a 61,3% nei Poli e sale a 65,2% nei Comuni periferici. Anche la popolazione in età da lavoro è più vecchia nelle Aree interne: l’indice di struttura della popolazione attiva (rapporto tra la popolazione 40-64 anni su quella 15-39) passa da 144,4 nei comuni Polo a 153,9 in quelli periferici.

Grazie alle maggiori possibilità, la popolazione che vive nei Centri possiede un livello di istruzione più elevato: la quota di persone con un titolo di studio terziario è pari a 19,7% nei comuni Polo e al 12% in quelli periferici. La partecipazione al mercato del lavoro è più elevata nei Centri, così come l’incidenza di popolazione occupata. Per contro, si registra una minore mobilità per studio o lavoro nelle Aree interne.
 

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