Sentenza don Lucio Gatti, la Curia: "Profondo rammarico per le persone coinvolte"
Un giorno esatto dopo la sentenza - 9 gennaio - la Curia di Perugia - Città della Pieve interviene sulla condanna data a Don Lucio Gatti, il parroco accusato di molestie sessuali
Lo aveva dichiarato l’avvocato Nicola Di Mario: “L'indagato ha ritenuto di privilegiare un rito alternativo senza che ciò possa considerarsi ammissione di responsabilità”. Lo aveva detto uscendo dall’aula, ieri, 9 gennaio, dopo quel patteggiamento a due anni di reclusione, pena sospesa, dati a Don Lucio Gatti, il parroco accusato di molestie sessuali e di abuso di mezzi di corruzione ai danni di alcuni ospiti delle case d’accoglienza da lui fondate.
A intervenire, un giorno esatto dopo la sentenza, la Curia di Perugia-Città della Pieve che, prendendo atto della notizia, in una nota ha precisato “la Curia nell'autonomia e nell'indipendenza dell'Ordinamento Canonico, ha fatto luce fino in fondo con determinazione, non temendo la verità, prendendo a suo tempo dei provvedimenti nei confronti del sacerdote: un consistente periodo di sospensione dal suo ministero pastorale per consentirgli di svolgere un percorso spirituale-riabilitativo, tutt'ora in essere".
E anche se, come afferma il legale Di Mario, “il patteggiamento non è sinonimo di colpevolezza”, la Curia “esprime il suo profondo rammarico per quanto è accaduto e per le persone coinvolte, sentimento che ha manifestato sin dall'inizio della vicenda".