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Cronaca

Rinuncia al concorso da preside per la famiglia, il giudice le concede l'assegno di mantenimento

Secondo la Corte d'appello la rinuncia professionale della donna va compensata economicamente

Rinuncia al concorso da dirigente scolastico per non lasciare la famiglia e trasferirsi in un’altra città. Un sacrificio che per i giudici della Corte d’appello di Perugia vale la corresponsione dell’assegno divorzile.

Secondo i giudici, decidendo nell’ambito di un procedimento di divorzio, “la coniuge che ha sacrificato significative opportunità di crescita professionale sull’altare delle esigenze domestiche ha diritto a ricevere l’assegno divorzile dall’altro coniuge, in ossequio alla funzione anche perequativa-compensativa dell’assegno stesso”.

Nel caso specifico, la Corte d’appello ha rigettato l’appello “del coniuge tenuto alla corresponsione dell’assegno e confermando pertanto le statuizioni di primo grado, valorizza la circostanza che, come riferito da più testimoni, ritenuti pienamente attendibili, l’ex moglie, insegnante, aveva rinunciato a partecipare al concorso da dirigente scolastico, in considerazione delle incombenze cui era tenuta quale madre e moglie”.

L’eventuale vittoria del concorso, inoltre, avrebbe tolto “tempo all’adempimento degli oneri familiari della donna”, ma l’avrebbe anche “obbligata a trasferirsi in altra città”.

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