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Cronaca

Offende sui social il medico del Pronto soccorso che ha visitato la madre, perugina condannata

I messaggi incriminati: "Non sa riconoscere una trombo flebite, non vi fidate dei dottori laureati"

Era preoccupata per la madre e arrabbiata per il trattamento subìto in ospedale. Così aveva pubblicato un post sui social network offensivo nei confronti del medico che aveva visitato la madre.

Per quel post una perugina ha patteggiato 600 euro per aver “offeso mediante dei post pubblicati sul social network Facebook la reputazione di …, medico in servizio presso il Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia”. Il giudice ha condannato la donna al pagamento delle spese processuali, demandando alla giustizia civile la quantificazione del risarcimento.

La donna, difesa dall’avvocato Saschia Soli, “dopo che la madre … era stata visitata” aveva postato il referto a firma del medico e scritto “siamo incappate con un medico che il medico non dovrebbe essere tale … ma sto medico del c… cosa ci sta a fare al Pronto soccorso, solo per lo stipendio o mi sbaglio? Non è capace nemmeno di vedere e capire una tromboflebite con una gamba gonfia, rossa e calda … l’ho capito io … e questo miserabile è pure pagato per fare il medico che poi ne’ bono … diffidare dai medici laureati”.

marco brusco-2Il post era datato 10 febbraio del 2019.

Il medico, assistito dall’avvocato Marco Brusco, aveva presentato una querela e la donna era stata sentita dalla Polizia postale.

Sentita dagli investigatori la donna ha rilasciato delle dichiarazioni ricordando di essersi “limitata a narrare un fatto realmente accaduto inerente l’accesso di mia madre al pronto soccorso” e di aver solo raccontato della visita del dottore che “non ha adeguatamente verificato le condizioni di salute” limitandosi a scrivere “un referto superficiale, mettendo in serio pericolo di vita mia madre”.

La donna ha raccontato anche che la madre era poi stata ricoverata per una trombosi venosa profonda. Così aveva pubblicato il referto del medico del Pronto soccorso, accompagnato da “uno sfogo visto che ero molto alterata dalla superficialità mostrata dal medico a fronte di una chiara sintomatologia che era stata descritta da me e da mia madre al momento dell’accettazione”. Post che era “stato rimosso quasi subito dal mio account”.

Davanti al giudice l’imputata ha deciso di patteggiare nel processo per il reato di diffamazione.

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