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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Castiglione del Lago

"Mi volete fregare", accusa i Carabinieri che lo aiutano dopo l'incidente e finisce in tribunale con tutta la famiglia

I militari stavano facendo i rilievi di un tamponamento in cui l'imputato era vittima. In aula è finito come imputato e poi condannato

La follia dopo l'incidente: non vogliono firmare il Cid e aggrediscono i carabinieri. Poi inizia un turbinio di documenti falsi per screditare i militari e nascono cinque procedimenti giudiziari. In due finiscono condannati a 6 mesi di reclusione, con pena sospesa, e un risarcimento da stabilire in sede civile, a favore dei carabinieri diffamati. La posizione di un terzo imputato è stata stralciata per un errore nella notifica dell'udienza.

La vicenda nasce a seguito di un incidente stradale e una famiglia intera che si ritiene danneggiata e non vuole accettare un Cid in cui manca solo la firma di chi ha provocato l’incidente. Il tamponamento è avvenuto vicino Castiglion del Lago. Il conducente che ha tamponato si assume la responsabilità e vorrebbe compilare il Cid. Il tamponato vuole l’intervento della forza pubblica e i rilievi, nonostante il primo si sia assunto tutta la colpa. Così giunge sul posto una pattuglia dei Carabinieri che inizia a fare il proprio lavoro.

Il tamponato, però, non è convinto e chiama tutti i parenti e un amico carabiniere di un’altra stazione, per vigilare sulla cosa. Mentre i militari lavorano, però, il tamponato si lamenta e chiama anche il fratello e la madre a testimoni, sostenendo che i carabinieri in servizio stiano tentando di fregarlo, di addossargli la colpa del sinistro. La famiglia, secondo l’accusa, cerca di far confluire nel verbale anche degli elementi che non hanno nulla a che vedere con il sinistro.

Tanto che la situazione si surriscalda e la madre del tamponato cerca di strappare il verbale dalle mani dei carabinieri. Alla fine delle operazioni i militari provvedono, quindi, anche alla denuncia del terzetto per resistenza a pubblico ufficiale.

A questo processo se n’è aggiunto uno per diffamazione contro l’automobilista che aveva provocato l’incidente (archiviato) e uno contro i militari per abuso d’ufficio (anche questo archiviato), un altro davanti al giudice di pace, sempre per gli stessi fatti e terminato a favore dei carabinieri e del conducente (difesi dagli avvocati Emanuela Rondoni e Carla Massa). Presso la Procura di Siena, infine, c’è una relazione del carabiniere fuori servizio e fuori zona, amico di famiglia, depositata per un altro procedimento.

Così da una vicenda che si poteva chiudere immediatamente, con la constatazione amichevole e l’ammissione di responsabilità del conducente che aveva tamponato, tutti i protagonisti sono finiti in tribunale.

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