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Cronaca Deruta / Ripabianca

Deruta, scoperto canile lager a Ripabianca: animali denutriti e malati

Nell'ambito della campagna di controllo sul rispetto delle condizioni di benessere animale e detenzione di cani la forestale di Marsciano ha scoperto a Ripabianca un canile lager

Nell’ambito dei controllo sul rispetto delle condizioni di benessere animale e detenzione di cani, la forestale di Marsciano ha effettuato in data 9 maggio in località Ripabianca del Comune di Deruta  un sopralluogo in una struttura adibita a canile dove ha trovato un'amara sorpresa.

Gli animali apparivano in pessime condizioni di salute e la struttura fatiscente e non idonea ad ospitarli, si contattava pertanto il Servizio Veterinario dell’ASL 2 di Perugia chiedendo l’intervento di un medico veterinario. Unitamente al sanitario e ad altro dipendente del Servizio Veterinario dell’ASL 2 di Perugia, si procedeva all’identificazione degli animali detenuti all’interno della struttura.

Il canile, privo del prescritto nulla osta sanitario, si componeva di un fabbricato in muratura e di una porzione di terreno circostante lo stesso e delimitato da recinzione composta da rete in metallo sorretta da pali in ferro infissi al suolo. La struttura fatiscente ed in pessime condizioni igieniche, vista la notevole presenza di feci disseminate ovunque su fondo in terra battuta, difficilmente lavabile ed allo stato del controllo intriso d’acqua a causa delle recenti piogge, della scarsa permeabilità e della mancanza di pendenze e sistema di convogliamento delle acque meteoriche e delle deiezioni animali.

Si accertava la presenza di secchi contenenti acqua non pulita ed in alcuni casi stagnante, come ben si evince dalle alghe presenti all’interno degli stessi; si constatava l’assoluta mancanza di cibo o ciotole preposte alla somministrazione dello stesso; le cucce erano in numero insufficiente rispetto al numero dei cani presenti ed alcune di esse erano collocate a diretto contatto col suolo bagnato. La promiscuità tra animali, di sesso, età e razze diverse, rendeva assai probabile una competizione alimentare col soccombere degli individui più deboli, creando, di fatto, una sorta di spietata “selezione naturale”.

Cani malati e denutriti a Deruta



Insomma una vera e propria sofferenza per questi animali costretti a vivere in un ambiente del genere. Ma non finisce qui, perchè nell’area recintata antistante il fabbricato vi erano 25 cani di varie razze, sesso ed età, mentre ltri 5 cani venivano rinvenuti all’interno di una stanza chiusa da una porta e priva di finestre, completamente al buio e su pavimentazione cosparsa di feci ed urine. Altri tre cani sono stati rinvenuti in un’area antistante la struttura, a poca distanza dalla stessa.

Uno era un cucciolo di 50 giorni circa, gli altri due, di sesso diverso, risultavano legati ad unica catena di lunghezza inferiore ai 5 metri, priva di sistema di scorrimento che consentisse il libero movimento degli animali, che, al contrario, essendo assicurati ad unica catena, si ostacolavano vicendevolmente; l’esemplare maschio, inoltre, versava in condizioni di salute e stato di nutrizione scadenti e necessitava di cure veterinarie.

I tre cani avevano a disposizione un secchio con all’interno poca acqua stagnante; l’altezza del contenitore, inoltre, non consentiva al cucciolo di potervi accedere.

Lo stato sanitario di numerosi cani appariva pessimo a causa di: grave stato di denutrizione; infestazioni da ectoparassiti (pulci e zecche); congiuntiviti purulente; dermatiti con perdita di peli; possibili sintomi riferibili a Leishmaniosi; sintomi gastro-enterici evidenziati su un cane di giovane età, che necessitava di cure veterinarie. Una cagna risultava a termine di gravidanza; un cane era costretto a catena all’interno del recinto; uno degli animali, in stato di denutrizione, mostrava evidenti e gravi sintomi neurologici con difficoltà alla corretta stazione quadrupedale e deambulazione; numero 16 cani risultavano non identificabili in quanto, pur avendo età superiore ai 45 giorni, non erano stati dotati di microchip o tatuaggio.

Dai primi accertamenti condotti emergerebbe che la struttura sia adibita ad allevamento a fini commerciali, eludendo le disposizioni in materia veterinaria e tributario-contributiva. Il gestore risulta intestarlo di 367 cani ma, per i 334 cani assenti, lo stesso non è stato in grado di fornire indicazioni. Non si esclude che alcuni degli animali possano essere morti a causa delle cattive condizioni di detenzione.

Viste le precarie condizioni igienico-sanitarie della struttura e le pessime condizioni di detenzione e di salute degli animali, si procedeva al sequestro degli stessi, concertandone con il Magistrato di turno, la custodia in luogo diverso. Si rendeva necessario, infatti, sottrarre gli animali dalla disponibilità dell’attuale detentore, noto al Comando operante, in quanto deferito all’A.G. in altre tre occasioni per reati analoghi a quelli accertati, commessi con medesimo modus operandi.  

Nel corso delle operazioni si è avuto il supporto di numero tre elementi del Comando Stazione Forestale di Todi.

Si deve evidenziare che il buon esito dell’attività è da ascriversi anche alla sinergia col Servizio Veterinario dell’ASL n. 2 di Perugia, intervenuto massicciamente, con numero 2 medici veterinari (alternatisi nel corso delle operazioni), numero 6 elementi tra vigili sanitari ed accalappiacani e n. 4 mezzi impiegati per il trasporto degli animali nel luogo di destinazione finale.

L’eventuale condanna per il reato ipotizzato, comporterà anche l’applicazione della sanzione accessoria della confisca degli animali e della sospensione dell’attività di allevamento e commercio.


 

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