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Cronaca Centro Storico / Corso Giuseppe Garibaldi

Parco Sant'Angelo, la parte interna è una selva

Solo la parte alta dell'area verde, sistemata lo scorso giugno dalla Comunità Montana, gode di buona salute. Nella parte interna invece l'erba è alta e le siringhe abbondano

Perugia è una città immersa del verde, dove parchi e viali alberati non mancano, dove il verde non è solo un'idea ma la sua casa naturale. Mantenere puliti e fruibili i parchi è un altro discorso. In questo senso le istituzioni, nel 2012, hanno effettuato molteplici interventi di riqualifica, pulitura e manutenzione delle numerose aree verdi della città. Per questo motivo, e perché la cura del verde non è cosa che si può ridurre ad interventi una tantum, abbiamo deciso di fare un giro per alcuni dei parchi più grandi del centro e della prima periferia per controllare lo stato di salute delle aree verdi della città.

Esistono realtà assai contrastanti e diametralmente opposte, aree verdi frequentate che godono di manutenzione costante e altre invece quasi del tutto 'abbandonate'. Abbiamo iniziato con Parco S.Angelo e non a caso. Una zona di più di quattro ettari nel quartiere di Porta San Angelo, che più volte nel corso dell'anno ha visto volontari delle associazioni 'vivi il parco' e i 'vivi il borgo' adoperarsi per rendere accessibile la grande area verde.

Parco S.Angelo affaccia su uno dei due crinali che formano il vallone del Bulagaio e ha una forte valenza storica, oltre ad avere al suo interno uno splendido oliveto, con piante secolari. Nella parte alta è delimitato dalle mura medievali della città, e lungo i suoi terrazzamenti si gode di una splendido panorama; ha diverse vie di acceso: da Corso Garibaldi, da via Sperandio e via del Canarino.

Degrado Parco Sant'Angelo



In giugno la Comunità Montana ha tagliato l'erba alta, rendendo la parte bassa accessibile, e molte volte, durante l'anno i volontari sono tornati installando anche delle piante in un piccolo orto botanico. Insomma, tante sono state le iniziative e anche le istituzioni si sono più volte mosse per migliorare la qualità del parco.

Ma la realtà sembra ben diversa: solo la parte alta sembra godere di buona salute, più si scende e più il verde diventa selvaggio fino al momento in cui ci accorge, camminando senza mai incontrare nessuno, che gli unici indizi di frequentazioni sono le siringhe conficcate nella terra o tra i mattoni di un muretto rotto.

Lasciare che un parco si possa curare solo con la buona volontà di alcuni volontari è un errore di sottovalutazione del problema, ci vorrebbe un piano di gestione che riesca a tener vivibile il parco. Interventi dettati dall'emergenza non possono bastare. Sembra di tornare indietro nel tempo, e di parlare di problemi uguali ogni volta che si illumina un angolo buio del capoluogo umbro. Le istituzioni conoscono bene la situazione e sicuramente stanno lavorando per cercare soluzioni che possano arginare il problema. Ma se corso Garibaldi è ritenuta una delle più frequentate piazze di spaccio della città, il fatto di avere un parco grande così vicino, lasciato quasi allo stato selvaggio, permetterà a chi cerca un posto nascosto di non aver mai difficoltà nel trovarlo.

 

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