Professionisti vittime di furto d'identità: i dati sensibili scaricati dagli elenchi professionali. Dal giudice per il danno non patrimoniale
Avvocati, commercialisti e impenditori che si ritrovano bloccati con le banche per prestiti e finanziamenti mai sottoscritti e rate non pagate
Cosa accomuna un avvocato, un commercialista e un imprenditore? In genere non molto, in questo caso l’essere vittime di un furto di identità. E beffa delle beffe, i dati sensibili dei professionisti sono tutti scaricabili dall’anagrafica degli albi di categoria.
C’è l’avvocato con non può chiedere prestiti o mutui perché con i suoi dati è stata acquistata un’autovettura, logicamente con le rate non pagate.
Un altro legale è stato vittima più volte dello stesso truffatore che ha sottoscritto diversi finanziamenti per acquistare cellulari, lavastoviglie e altri beni mobili per diverse migliaia di euro. Anche in questo caso senza pagare le rate mensili e, quindi, con difficoltà a chiedere prestiti o mutui per il lavoro o per acquistare la casa.
Un commercialista è stato segnalato come creditore inaffidabile, con tutto quello che ne consegue per il lavoro, la credibilità professionale, i rapporti con le banche e con il tribunale per perizie e consulenze. Il truffatore aveva scaricato dall’albo i dati personali e sottoscritto finanziamenti e prestiti.
Il professionista si è rivolto ad un giudice e ha ottenuto sia il riconoscimento della truffa ordita a suo danno e di non aver mai richiesto finanziamenti sia un risarcimento per danno non patrimoniale da parte della banca che non aveva controllato.