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Cronaca

Didattica a distanza: ragazzi al pc per troppe ore, occhio alla sicurezza

L'avvocato Florindi: "La prima voce del vademecum della Polposta e dell'FBI è di non lasciare soli i giovani davanti al computer"

La didattica a distanza e la sicurezza in rete dovrebbero procedere di pari passo, ma un anno di lezioni via computer hanno mostrato alcune falle. Come se non fossero mai bastati gli avvertimenti degli specialisti, di chi si occupa di sicurezza dei minori in internet.

Emanuele Florindi è avvocato, autore di diversi studi sul deep web la sicurezza in rete, si occupa di cyberbullismo e tiene corsi nelle scuole per insegnare a non cadere nelle trappole di internet. “Sono 20 anni che mi occupo di sicurezza informatica, con particolare attenzione alle problematiche legate alla sicurezza dei minori in rete – racconta l’avvocato Florindi - Sono 20 anni che mi occupo di adescamento e grooming. È più o meno lo stesso periodo di tempo che tengo corsi sulla sicurezza informatica a genitori ed insegnanti. Da 20 anni le regole sono, più o meno, sempre quelle che tracciammo in seno al comitato internet e minori e poi riprese dalla Polizia postale. Bisogna tenere presente che aumentando i tempi di collegamento, crescono i pericoli”.

Regole semplici, da seguire per evitare il pericolo dell’adescamento, il bullismo, fino alle assurde gare tra giovanissimi lanciate in rete.

“La prima regola, in ordine di importanza, è mai collocare il pc nella stanza del bambino o ragazzo. Capisco che in casa tutti insieme si crei assembramento e confusione ed è difficile trovare per tutti uno spazio - dice Florindi – ma collocate il computer in una stanza centrale della casa piuttosto che nella camera dei ragazzi. Vi consentirà di dare anche solo una fugace occhiata ai siti visitati senza che vostro figlio si senta sotto controllo. Un consiglio della Polizia postale, ma anche dell’FBI: È molto più difficile per un criminale informatico comunicare con un bambino quando lo schermo del computer è visibile a un genitore o a un altro membro di domestico. È naturale che disturbi stare nella stessa stanza con il figlio, così come disturba me condividere la stanza in cui lavoro con i figli, ma nessuno ha mai detto che la sicurezza debba essere comoda e confortevole”.

I ragazzi che seguono le lezioni in Dad non fanno solo quello. “Provate a guardare lo schermo del pc e del cellulare – prosegue l’avvocato Florindi -In genere un ragazzo ha almeno altre 16 applicazioni aperte durante la lezione e di queste ben poche hanno a che fare con la scuola: Discord, Tik tok, Instagram, Telegram. Tutte app perennemente aperte e che rappresentano una porta aperta sulla vita dei nostri figli. È facile che cali l’attenzione e si accettino amicizie o chat che prima non si sarebbero accettate. La Polposta ha rilevato che le molestie sono aumentate in rete del 110% e provengono da altri ragazzi e da adulti. E parliamo di ragazzi tra i 12 e i 16 anni”.

La Dad ha influenzato anche alcuni comportamenti illeciti. “Molti pensano che internet consenta l’anonimato. Un concetto del ‘liberi tutti’, che si possa fare quello che si vuole con un uso distorto delle tecnologia – dice Florindi – Dietro questa sicurezza sono avvenuti frequenti incursioni nelle lezioni di classi. La cronaca, dove a Genova sono stati identificati diversi giovani che disturbavano le lezioni, ci dice che non è così, che non si resta anonimi”.

Senza dimenticare che alzarsi dal letto, seguire le lezioni in camera, senza neanche togliersi il pigiama, a lungo andare può provocare disturbi del sonno, depressione, disagio. “Anche il fatto che questi ragazzi siano perennemente connessi - conclude Florindi – in un continuo multitasking, potrebbe creare problemi di concentrazione quando torneranno a scuola, a seguire una materia per volta, a guardare la lavagna”.

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