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Cronaca

Da spacciatore a libero: condannato in primo grado, pena ridotta in appello e sentenza annullata in Cassazione

Dalla condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione alla sospensione condizionale della pena

Condannato a 2 anni e otto mesi di reclusione per spaccio, oltre a una multa di 10mila euro. In appello il giudice lo assolve da alcuni capi di imputazione e la pena scende a 11 mesi, 10 giorni e 1.840 euro di multa. La Cassazione annulla la sentenza d’appello nella parte in cui non è stata riconosciuta la sospensione condizionale della pena.

Protagonista della vicenda giudiziaria un 24enne arrestato per spaccio e condannato dal giudice per l’udienza preliminare a 2 anni e 8 mesi otto di reclusione e 10mila euro di multa, in continuazione con altri reati.

In appello la pena veniva ridotta a seguito della assoluzione da alcuni reati, ma senza la concessione delle circostanze attenuanti generiche e senza l’applicazione del beneficio della sospensione condizionale della pena.

La Cassazione ha ritenuto che l’imputato sia stato “condannato per un numero elevato di imputazioni in continuazione” e che la Corte di appello abbia “proceduto ad una rideterminazione della pena dando atto di avere recepito in parte le doglianze difensive proposte con l'atto di appello, valorizzando tuttavia con motivazione adeguata gli indici negativi e l'assenza di quelli positivi che potessero consentire di riconoscergli le invocate circostanze attenuanti generiche”.

Quanto alla mancata applicazione del beneficio della sospensione condizionale della pena, “che per effetto della disposta riduzione della pena al di sotto del limite dei due anni di pena detentiva, meritava di essere vagliata dal Giudice dell'appello”, andava concesso, anche “tenuto conto anche del rilevato stato di incensuratezza dell'imputato”.

Ne consegue l’annullamento della “sentenza impugnata limitatamente alla sospensione condizionale della pena”.

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